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Cave, discariche, inceneritori

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Il problema dello smaltimento dei rifiuti è uno dei maggiori della nostra epoca. La situazione appare particolarmente preoccupante se si considera che circa la metà della popolazione mondiale non ha accesso ai più elementari servizi di gestione dei rifiuti. L’incremento della produzione globale fa sì che in quei Paesi in cui lo sviluppo di impianti e tecnologie è in ritardo, venga fatto un uso massiccio delle discariche, con conseguenze gravi sull’ambiente e sulla salute pubblica.

Author / translator Segreteria MAcA

Il problema dello smaltimento dei rifiuti è uno dei maggiori della nostra epoca. La situazione appare particolarmente preoccupante se si considera che circa la metà della popolazione mondiale non ha accesso ai più elementari servizi di gestione dei rifiuti. L’incremento della produzione globale fa sì che in quei Paesi in cui lo sviluppo di impianti e tecnologie è in ritardo, venga fatto un uso massiccio delle discariche, con conseguenze gravi sull’ambiente e sulla salute pubblica. Ma anche laddove si dispone di strumentazioni più avanzate molte sono le questioni che vengono ancora dibattute, come lo smaltimento dei rifiuti attraverso i moderni termovalorizzatori ( che hanno quasi del tutto soppiantato gli inceneritori tradizionali ), l’urgenza di sviluppare sempre più un sistema di raccolta differenziata finalizzato al riciclo e le tematiche ambientali e di salute pubblica che il problema dello smaltimento dei rifiuti inevitabilmente porta con sé.

Created 23 September 2016
Last edited 7 August 2018
Topics Environment, Sustainability, Technology

Policy positions

Policy position 1

L’utilizzo di discariche per lo smaltimento di rifiuti speciali e delle ceneri provenienti dai moderni inceneritori è una condizione inevitabile. A livello locale è importante destinare delle aree alla costruzione di termovalorizzatori per gestire la crescente produzione di rifiuti minimizzando gli impatti sull'ambiente e sulla salute pubblica. E’ giusto puntare sul riciclo, ma questo non può essere pensato come soluzione a un problema che sta assumendo proporzioni sempre più grandi.

Policy position 2

A causa della crescente quantità di rifiuti prodotti, l’utilizzo di discariche e di termovalorizzatori sono una realtà che non possiamo modificare. Per limitare danni all'ambiente e alla popolazione è necessario sviluppare un sistema di riciclaggio efficiente, e costruire strutture di smaltimento dei rifiuti che rispettino i moderni protocolli di sicurezza.

Policy position 3

Bisogna ridurre il numero delle discariche presenti, perché nonostante la quantità di rifiuti sia in continua crescita, il loro impatto sull'ambiente e sulla salute pubblica è troppo pericoloso. L’alternativa è strutturare a livello locale un sistema più efficace di raccolta differenziata, puntando anche su una maggiore sensibilizzazione dei cittadini, e utilizzare i moderni inceneritori-meno impattanti a livello ambientale- per i rifiuti che non è possibile riutilizzare.

Policy position 4

Puntare sulla raccolta differenziata e sul riciclo è un dovere morale, oltre che l’unico orizzonte possibile, per conservare il mondo integro per le generazioni future. L’utilizzo di inceneritori e discariche non solo è dannoso, ma fuorviante perché induce le persone a pensare che il problema dello smaltimento dei rifiuti possa essere risolto con questi strumenti invece che con una cultura del riciclo.

Story cards

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«Non è solo immondizia, sono affari». Questo afferma Carin Gripwall, capo della comunicazione di Avfall Service, società svedese che si occupa della gestione e del riciclaggio dei rifiuti nel Paese scandinavo, con risultati eccellenti: non si butta via praticamente nulla. In Svezia quel che non si riesce a riciclare non finisce in discarica; viene trasformato in energia. Oggi gli impianti «waste to energy» svedesi permettono di garantire elettricità e riscaldamento a circa il 20% della popolazione. «Il primo passo è una raccolta differenziata scrupolosa. Non c’è nessuna sanzione per chi sbaglia - spiega Gripwall - ma le famiglie sono ugualmente motivate a rispettare le regole: possono vedere con i loro occhi i risultati».

Gestione dei rifiuti in Svezia
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Luigi Mattei è un ex operaio degli stabilimenti della BPD di Colleferro (in provincia di Roma), fabbrica che negli anni ’80 ha inquinato il territorio circostante mettendo a rischio la salute dell’intera popolazione con l’interramento abusivo degli scarti di lavorazione. Mattei ha richiesto, tramite il suo legale, un milione di euro di risarcimento dei danni a favore del Comune di Colleferro e della Provincia di Roma per l’omessa denuncia alle autorità competenti della presenza di materiale radioattivo all'interno di un camion diretto agli inceneritori di Colleferro. Nel 2012 la causa è stata vinta, e il denaro liquidato in favore della collettività, per far sì che trovasse applicazione il principio "chi inquina, paga!"

Battaglie legali
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Silvia Rossoverde, residente a Pistoia,
produce capi di abbigliamento (in particolare biancheria intima ) in tessuti naturali, ecologici, alternativi: fibra di amido vegetale e bamboo. Sono tessuti eco-dermocompatibili, una sorta di seconda pelle, con una produzione etica nel rispetto dell’ambiente e con il risultato di capi che non hanno nulla da invidiare a quelli sintetici e inquinanti, ma anzi, consentono anche di risparmiare energia, contribuiscono a ridurre l’inquinamento ambientale e si trasformano alla fine del proprio ciclo vitale in fertile humus in quanto biodegradabili. Si tratta di un’azienda a rifiuti zero: gli scarti di produzione vengono portati ad altre aziende che si occupano di riconvertirli, alimentando l’indotto virtuoso orientato alla sostenibilità.

Sostenibilità ambientale
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Nunzio Perrella è stato uno dei più grandi boss mafiosi coinvolti nella gestione illegale dei rifiuti tossici. Con la sua organizzazione ha trafficato milioni di tonnellate di rifiuti di ogni genere smaltiti nelle discariche campane, e non solo, provenienti dalle industrie del nord. Dopo essersi pentito nel 1992 ha dichiarato: “ La monnezza è oro. Io guadagnavo 10 lire al chilo, 200 milioni di lire al mese solo con i rifiuti domestici senza considerare quelli speciali. La monnezza allora era oro perché si guadagnava un sacco e si rischiava pochissimo”. Per lui la Campania non è l’unica area di smaltimento di tonnellate di rifiuti industriali. “Ci sono altre aree contaminate nel centro-nord, bisogna intervenire subito”.

La testimonianza di un boss mafioso pentito
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Il 13 luglio 2016 a Firenze un comitato, chiamato "Mamme No Inceneritore", ha presentato insieme a tecnici ed esperti una campagna per opporsi al progetto di installazione di un nuovo inceneritore a nord della città, un' area già considerata dall'agenzia europea per l' ambiente una delle più inquinate di tutta Europa. Il comitato lamenta il fatto che le istituzioni si rifiutano di installare le centraline di monitoraggio sull'inquinamento dell' aria, non fornendo così alcun dato sulla qualità dell' aria dell' area.

"Mamme no inceneritore"
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Augusto Barberi è un cittadino di Parma che ha mandato la seguente lettera ad un quotidiano locale:
“Questa mattina un camioncino della raccolta differenziata è venuto a svuotare il cassonetto della carta vicino al mio ufficio. Voglio esprimere la mia disapprovazione per quelle persone che, probabilmente per pigrizia, hanno gettato tipologie di rifiuti incompatibili con quella prevista dalla differenziazione. Non solo questo impedisce una corretta gestione della carta raccolta, ma vanifica anche gli sforzi di coloro che hanno agito correttamente. Il discorso ovviamente vale per tutti i tipi di rifiuti riutilizzabili grazie alla raccolta differenziata. Invito chiunque a pensare all'importanza dei nostri gesti di civiltà ed educazione; il rischio di non riuscire a gestire in maniera efficace la raccolta differenziata è che vengano costruiti inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti, con conseguenze per la salute di tutti.”

La protesta di un cittadino
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I«rifiuti zero»? Non ci facciamo illusioni. Le discariche? Inquinano più dei «waste to energy plant», cioè dei termovalorizzatori. Così dice Nickolas Themelis, direttore del Centro di Ingegneria della Terra alla Columbia University di New York, considerato uno dei massimi esperti mondiali di inceneritori. «Ci sono oggi quasi mille termovalorizzatori in tutto mondo, e la maggior parte è locata nei contesti urbani. Gli inceneritori del passato sono stati grandi inquinatori a causa dell'ignoranza degli effetti delle diossine e dei metalli volatili. Gli impianti costruiti nel ventunesimo secolo sono uno dei più puliti processi ad alta temperatura. Uno dei nostri studi ha dimostrato che i 125 termovalorizzatori della Francia, tutti insieme, emettono in un anno meno di un grammo di diossine. Quando caminetti e stufe a legna, in Francia, emettono centinaia di grammi all'anno. Nessuna città o paese ha mai raggiunto "rifiuti zero". I Paesi che hanno raggiunto alte percentuali di riciclaggio, come Germania, Olanda e Danimarca, hanno anche un'alta presenza di termovalorizzatori.».

Termovalorizzatori: intervista a un esperto
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A seguito delle rivelazioni del pentito della 'ndrangheta Francesco Fonti, nel 2009 è stata ritrovata al largo di Cetraro (in provincia di Cosenza) una nave affondata piena di rifiuti tossici. Il relitto sembrava corrispondere ad una nave misteriosamente demolita in India, ma Fonti ha confessato che la 'ndrangheta l'aveva demolita nel 1993 e che essa conteneva nella stiva 120 bidoni di scorie radioattive di origine norvegese. Fonti ha dichiarato che lui stesso ha fatto affondare 5 navi oltre a quella ritrovata. “ Incassavamo miliardi ” –rivela- “ che venivano depositati in banche di Malta, Cipro e della Svizzera ”. Ma i fondali dove giacciono i relitti dei veleni si estendono ben oltre il Mediterraneo; è un problema che riguarda anche coste dell’Africa orientale, tra cui la Somalia, e quella occidentale come la Sierra Leone e la Guinea.

Le navi dei veleni

INFO CARDSISSUE CARDS

Ottimizzare il problema rifiuti

Un interesse particolare negli ultimi decenni riguarda la riduzione degli effetti dei rifiuti sulla natura e sull'ambiente grazie alla possibilità di risparmiare e recuperare risorse naturali da essi, e ridurre la produzione di rifiuti stessi attraverso l'ottimizzazione del loro ciclo di gestione.

Quanto costa lo smaltimento dei rifiuti alla società

Secondo la Banca Mondiale, lo smaltimento dei rifiuti urbani attualmente costa alle comunità circa 205 miliardi di dollari all'anno, una cifra che, sempre nel giro di 10-15 anni, potrebbe addirittura raddoppiare. Già da ora la gestione dei rifiuti è una delle voci di costo più pesanti nei bilanci delle amministrazioni pubbliche e continua a crescere con l'aumentare della popolazione.

Disequilibrio tra paesi più o meno sviluppati

L'incremento della produzione globale dei rifiuti fa sì che, in quelle nazioni in cui lo sviluppo di impianti e tecnologie è in ritardo, i costi di smaltimento diventino più alti. E i paesi poco sviluppati diventano inevitabilmente la destinazione ultima dei rifiuti, soprattutto speciali e pericolosi, per il loro uso massiccio delle discariche, soluzione più economica ma molto impattante per l'ambiente.

Lo smaltimento illegale

La via dello smaltimento illegale, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti industriali, continua a essere una delle più battute in tutto il mondo. Una triste realtà che coinvolge anche l'Italia. Secondo Legambiente, nel nostro paese solo nel 2010 è stato sequestrato qualcosa come 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, gestiti illegalmente dalle cosche mafiose.

Le navi dei veleni

Con il sistema illegale delle "navi di veleni" da molti anni rifiuti altamente nocivi per l'ambiente e la salute umana vengono riversati nei mari di tutto il mondo, invece di essere smaltiti secondo le leggi nazionali e internazionali, garantendo la tutela dell'ambiente e della salute.

Riutilizzo e riciclo

Se il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, il passaggio successivo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie, con il vuoto a rendere) e, se non è possibile il riuso, riciclare i materiali (es. riciclaggio della carta).

Cosa fare con i materiali che non è possibile riciclare

Per quanto riguarda i materiali che non è possibile riciclare si pongono due soluzioni: l'incenerimento oppure l'avvio allo smaltimento in discarica. Dunque anche in una situazione ideale di completo riciclo vi sarà una percentuale di rifiuti residui da smaltire. Da un punto di vista ideale il ricorso all'incenerimento ed alle discariche indifferenziate dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile.

Limiti dei termovalorizzatori

Negli inceneritori più moderni, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il teleriscaldamento). Il rendimento di tali impianti è però molto minore di quello di una normale centrale elettrica, poiché i rifiuti non sono un buon combustibile per via del loro basso potere calorifico.

Raccolta differenziata e riciclo

Come ridurre l'impatto che i rifiuti hanno sull'ambiente? Le risposte sono due e strettamente legate tra loro: raccolta differenziata e riciclo. Carta, plastica, vetro, rifiuti organici, e metalli sono infatti materiali che possono tornare a nuova vita grazie al riciclo, tecnica altamente ecosostenibile.

Rifiuti, salute e ambiente

A seconda della loro gestione, i rifiuti possono incidere sia sulla salute umana sia sull'ambiente tramite le emissioni nell'atmosfera, nel suolo, nelle acque di superficie e nelle acque sotterranee. Una buona gestione dei rifiuti può proteggere la salute pubblica e avere effetti benefici sull'ambiente, sostenendo al contempo la conservazione delle risorse naturali.

Termovalorizzatori e raccolta differenziata

L'utilizzo degli termovalorizzatori può essere criticato per l'idea che trasmette, e cioè che sia più semplice sbarazzarsi dei rifiuti bruciandoli anziché valorizzarli. Agendo sulla prevenzione, la riduzione dei consumi e dei rifiuti e la raccolta differenziata, è facile dimostrare non solo che l'intero processo di riciclo è assolutamente più rispettoso dell'ambiente e della salute, ma anche economicamente più conveniente.

Il modello di sviluppo usa e getta

La scelta di produrre meno rifiuti è soprattutto una scelta di modello di sviluppo. Il nostro modello è quello dell' ”usa e getta”.Gli studiosi affermano che per limitare i danni bisognerebbe andare verso quella che viene definita "economia circolare", ovvero un sistema di recupero e riutilizzo dei beni di consumo, capace di protegger l' ambiente, limitare i rifiuti, e riusare materie prime.

Verso un cambiamento

Fino a quando l’incenerimento sarà considerato come una soluzione alla crisi dei rifiuti, l’industria non sarà spinta verso la progettazione e la produzione di beni di consumo che non contengano sostanze chimiche tossiche. I rifiuti potrebbero essere riutilizzati e riciclati in condizioni di sicurezza garantendo in tal modo una soluzione sostenibile ad un problema globale.

Discariche e formazione di biogas

Molte discariche sono controllate soltanto nominalmente, perché realizzate prima che la questione venisse affrontata con le conoscenze necessarie, e riempite con materiale indifferenziato, senza trattamenti preliminari di separazione. Ciò causa problemi gravi di formazione di biogas (una miscela di vari tipi di gas composta principalmente da metano) e percolato liquido (sostanza che si origina dall'infiltrazione di acqua nei rifiuti).

Biogas e inquinamento delle falde acquifere

Il biogas prodotto dalle discariche oltre ad essere un potente gas serra, può infiltrarsi nei pozzi circostanti. Come azione di risanamento, nelle vecchie discariche si procede a inserire dei tubi per raccoglierlo. Nelle più recenti i tubi sono stati inseriti fin dall'inizio, e il biogas raccolto viene bruciato, o raramente usato come combustibile per piccoli impianti di cogenerazione per produrre energia elettrica e calore.

Discariche e percolato liquido

Il percolato liquido ha soprattutto il rischio di inquinare le falde acquifere sottostanti: per questo il fondo della buca della discarica o cava deve essere coperto con teli impermeabili, e deve essere previsto un sistema di tubi per il drenaggio.

Discariche ed emissioni inquinanti

Dal punto di vista dell'emissione in atmosfera di gas responsabili dei cambiamenti climatici, le discariche risultano nocive se il rifiuto non viene preventivamente differenziato (come purtroppo spesso capita). E' scientificamente provato che i rifiuti in discarica causano emissioni ad alto contenuto di metano e anidride carbonica; una moderna discarica deve quindi assicurare la presenza di sistemi di captazione di tali gas.

Vantaggi dei termovalorizzatori

I termovalorizzatori permettono di limitare l'utilizzo delle discariche, altamente nocive per la salute dell'uomo e dell'ambiente.Inoltre sono costantemente monitorati e i fumi che vengono rilasciati nell'aria non risultano nocivi come in passato. Infine permettono di recuperare energia dal processo di combustione dei rifiuti.

Svantaggi dei termovalorizzatori

Nonostante le moderne tecnologie di controllo e filtraggio dei fumi in uscita derivati dalla combustione, non è possibile eliminare l'emissione di diossine, sostanze tossiche. Inoltre
Circa il 30% del peso totale dei rifiuti non è combustibile, quindi viene raccolto alla fine del processo di combustione e lasciato raffreddare; successivamente viene trasportato in discariche apposite.

Vantaggi della raccolta differenziata

La raccolta differenziata, oltre ad essere necessaria per la salvaguardia dell'ambiente, ha vantaggi economici per i cittadini. Infatti minore è la quantità di rifiuti indifferenziati che vengono destinati alle discariche, più i singoli comuni potranno risparmiare per il costo del loro smaltimento.

Perché non possiamo eliminare completamente le discariche

La combustione dei rifiuti nei termovalorizzatori li riduce in cenere di circa il 30% del loro peso in entrata. Ciò significa che i rifiuti vengono eliminati solo al 70% del totale, creando quindi un ulteriore problema, quello dello smaltimento delle ceneri stesse.

Limiti del riciclaggio

Nei centri urbani di grandi dimensioni il sistema del riciclaggio può risultare in certi aspetti più costoso di altri metodi di smaltimento dei rifiuti. Infatti il servizio di raccolta a domicilio richiede personale, camion e benzina molto di più del singolo compattatore di immondizia che preleva tutto indifferenziatamente.

Termovalorizzatori e città

Costruire termovalorizzatori nelle vicinanze delle città evita la necessità di avere stazioni di trasferimento dei rifiuti. C'è anche da considerare che la distanza dalla produzione al termovalorizzatore dovrebbe essere minima per ridurre le emissioni dei camion durante i tragitti.

Discariche e città

Le discariche producono agenti tossici, tra cui mercurio e idrocarburi, che sono nocivi per la salute umana. Per questo motivo devono essere collocate ad una certa distanza dai centri abitati.

Gestione dei rifiuti (Direttiva EU 2008/98)

Per gestione dei rifiuti si intende l'insieme delle politiche e procedure volte a gestire l'intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro destinazione finale, coinvolgendo quindi la fase di raccolta, trasporto, trattamento (riciclaggio o smaltimento) fino al riutilizzo dei materiali di scarto nel tentativo di ridurre i loro effetti sulla salute umana e l'impatto sull'ambiente.

Produzione di rifiuti

Secondo il rapporto Eurostat 2014 - EU 28, in Europa vengono prodotti 475 kg di rifiuti a persona. Di questi 132 kg vengono conferiti in discarica, 127 kg vanno agli inceneritori (inclusi i termovalorizzatori), 131 kg vengono riciclati e 75 kg sono destinati al compostaggio/digestione aerobica.

L'aumento della produzione dei rifiuti

Il problema dell’accumulo di spazzatura nasce con la crescita della popolazione urbana, che acquista cibi confezionati, preferisce imballaggi e contenitori di plastica per ogni tipo di merce e cerca una gamma sempre più ampia di prodotti industriali, tra cui i beni di consumo durevoli come frigoriferi e automobili e molti articoli monouso da gettare quasi subito.

Le ecomafie

Lo smaltimento illegale di rifiuti industriali è il più pericoloso campo d’attività delle ecomafie e uno tra i business illegali più redditizio.
Anziché essere trattati e gestiti secondo le norme, i rifiuti speciali vengono nascosti e così avvelenano l’aria, contaminano i fiumi e le coltivazioni agricole, minacciano la salute dei cittadini, contaminando con metalli pesanti e altre sostanze cancerogene i prodotti alimentari.

Classificazione dei rifiuti

I rifiuti vengono classificati in base all'origine, in rifiuti urbani ( tra cui quelli domestici o gli sfalci) e rifiuti speciali (prodotti da industrie e aziende o da demolizioni, per esempio), e in base alle loro caratteristiche di pericolosità, in rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.

I rifiuti tossici

I rifiuti tossici appartengono alla categoria dei "rifiuti pericolosi" e sono quei materiali di scarto che possono causare dei danni o la morte a creature viventi. Si tratta di prodotti di provenienza industriale e commerciale, ma anche di uso domestico (prodotti delle pulizie, batterie,..), di agricoltura (fertilizzanti chimici, pesticidi), militare (armi nucleari e chimiche), servizi medici (prodotti farmaceutici), fonti radioattive.

RAEE

Frigoriferi, piccoli e grandi elettrodomestici, televisori e computer, apparecchiature audio/foto/video e lampade a risparmio di energia. Tutti strumenti che per funzionare dipendono da correnti elettriche o da campi elettromagnetici. Giunti al termine del ciclo di vita diventano rifiuti classificati con la sigla RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

Prevenzione dei rifiuti

La prevenzione dei rifiuti consiste in un insieme di politiche volte a disincentivare, penalizzare economicamente o vietare la produzione di materiali a ciclo di vita molto breve e destinati a diventare rifiuti senza possibilità di riuso. Soggetti interessati possono quindi essere le imprese e i comuni cittadini, incentivati a ridurre a monte la produzione dei rifiuti, e ad effettuare la raccolta differenziata.

Smaltimento dei rifiuti: gli inceneritori e i termovalorizzatori

Inceneritori e termovalorizzatori sono impianti diversi: hanno in comune la combustione dei rifiuti, ma con obiettivi differenti: nell'inceneritore la combustione non è altro che una forma di smaltimento dei rifiuti; nel termovalorizzatore invece, lo smaltimento si abbina al recupero di energia elettrica e termica dai rifiuti.

Vantaggi dei termovalorizzatori rispetto agli inceneritori

Le due tipologie di impianti sono separate da parecchi anni di evoluzione tecnologica, che ha conferito un’elevata sicurezza ambientale e sanitaria ai termovalorizzatori, grazie ad un continuo miglioramento dei sistemi di abbattimento degli inquinanti contenuti nei fumi.

L'uomo e i rifiuti

L'uomo crea, consuma e scarta: qualsiasi azione umana è legata alla produzione di rifiuti, il cui impatto ambientale, oggi, è decisamente preoccupante. Scarto e rifiuto sono sinonimi di inquinamento e degrado ambientale.

Nuova visione dei rifiuti

I rifiuti rappresentano un problema ambientale, sociale ed economico della massima urgenza. L'aumento dei consumi e lo sviluppo economico continuano a generare grandi quantità di rifiuti, comportando la necessità di maggiori sforzi di riduzione e prevenzione. Mentre in passato i rifiuti erano visti come qualcosa da buttare, oggi sono considerati sempre più come una risorsa.

Termovalorizzatori: monitoraggio ambientale

Quando l’impianto è in funzione, il monitoraggio è effettuato attraverso il Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (Sme). Strumentazioni analizzano i fumi già in caldaia e prima del loro stesso trattamento: nel caso in cui fosse necessario, queste operazioni consentono di regolare il funzionamento del termovalorizzatore per limitare al massimo la creazione di inquinanti ben prima della fase di depurazione.

Discariche

Una discarica è un luogo dove vengono depositati in modo non selezionato e permanente i rifiuti solidi urbani e tutti gli altri rifiuti derivanti dalle attività umane (detriti di costruzioni, scarti industriali, ecc...) che, in seguito alla loro raccolta, non è stato possibile riciclare o inviare al trattamento meccanico-biologico per produrre energia, o bruciare ed utilizzare come combustibile negli inceneritori.

Termovalorizzatori e impatto ambientale

Pur essendo molto meno inquinanti rispetto ai vecchi inceneritori, i termovalorizzatori non eliminano completamente l'emissione di diossine (sostanze tossiche) nei fumi di scarico dispersi nell'atmosfera circostante. Tuttavia, se il funzionamento dei termovalorizzatori è gestito in modo corretto l'impatto ambientale è minimizzato dalla presenza di filtri, dal corretto incenerimento dei rifiuti consentiti e da attenti protocolli.

Gestione dei rifiuti

La Comunità Europea prevede una linea di intervento sulla gestione dei rifiuti che in ordine di priorità consiste in:
- prevenzione
- riutilizzo
- riciclo
- recupero

Rifiuti come risorsa

I rifiuti sono una risorsa potenziale che deve essere riportata nel sistema economico. Riciclare e compostare i rifiuti è un approccio più sostenibile rispetto a quello dello smaltimento, può ridurre i costi di gestione e creare posti di lavoro. I programmi di riciclaggio andati a buon fine in città del Canada, dell’Australia e del Belgio hanno portato a riduzioni dei rifiuti urbani fino al 70%.

Raccolta differenziata e termovalorizzatori

Nel territorio della Città Metropolitana di Torino da quando è stata decisa la realizzazione di un termovalorizzatore la percentuale di raccolta differenziata è migliorata passando dal 18% del 2000 all’attuale 50% (dato del 2013 – ultimo dato disponibile).

In natura tutto viene rimesso in circolo

Nella natura non soggetta all'influenza dell’uomo i rifiuti (tranne rare eccezioni) non esistono: le deiezioni animali vengono rapidamente metabolizzate, le piante e gli animali quando muoiono si decompongono più o meno rapidamente e le loro molecole diventano disponibili per rientrare nei cicli produttivi naturali.

I termovalorizzatori in Italia e in Europa

In Europa sono attivi più di 350 impianti di termovalorizzazione. Essi sono da tempo inseriti anche in contesti urbani, come ad esempio a Vienna, Parigi, Londra, Copenaghen, Montecarlo, Amburgo, Amsterdam.
Alcuni Paesi ne fanno largo uso, come Svizzera, Danimarca e Svezia. 
In Italia i termovalorizzatori sono 51, di cui 29 soltanto nel nord Italia.

La discarica

Il primo tipo di smaltimento consiste nel mantenere i rifiuti, così come sono, il più possibile separati dall'ambiente circostante. Questo si ottiene tipicamente interrandoli in una cosiddetta “discarica controllata”, cioè in una buca o cava più o meno grande ricavata nel terreno. La problematica legata alla realizzazione e alla gestione delle discariche è vastissima e molto complicata.

Riciclare "a monte"

Il riciclaggio si basa sulla possibilità di separare le varie frazioni che costituiscono i rifiuti: il valore merceologico delle frazioni separate dipende da quanto questa separazione è spinta, e su questo argomento il problema è molto complicato. Intanto in fase di progettazione e costruzione degli oggetti d’uso non ci si preoccupa quasi mai di renderli facilmente riciclabili.

Riciclare "a valle"

Oltre allo sforzo “a monte” ad opera dei singoli cittadini con la raccolta differenziata, è richiesto anche un grosso sforzo “a valle”, cioè nella gestione del processo di raccolta differenziata vera e propria, perché si riesca ad ottenere delle frazioni separate in modo accettabile. Questo è il requisito necessario per un riciclaggio completo nella produzione di nuovi oggetti di consumo.

L'ecomafia dei rifiuti in Italia

Le attività illecite legate allo smaltimento dei rifiuti stanno avendo un allarmante sviluppo. E’ il nuovo volto dell’ecomafia che trae profitti dal traffico illegale di rifiuti costruendo vere e proprie discariche abusive.Il meccanismo parte dal controllo sul territorio e sulle attività estrattive e conduce alla trasformazione di cave in discariche per ogni sorta di rifiuti.

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