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L'auto elettrica può aiutare a contrastare il cambiamento climatico?

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L'attenzione crescente nei confronti della sostenibilità ambientale sta spingendo – sia a livello locale sia a livello nazionale ed europeo – a puntare sulla mobilità elettrica per ridurre l'impatto ambientale del trasporto urbano.

Author / translator Fabio Turone

L'attenzione crescente nei confronti della sostenibilità ambientale sta spingendo – sia a livello locale sia a livello nazionale ed europeo – a puntare sulla mobilità elettrica per ridurre l'impatto ambientale del trasporto urbano.
I produttori di automobili affrontano un cambiamento epocale, destinato a rivoluzionare il mondo dei trasporti, vista la tendenza inarrestabile a incoraggiare la mobilità elettrica sostenibile, con la progressiva dismissione dei mezzi convenzionali dotati di motori endotermici alimentati con diesel, benzina e gas a vantaggio invece di veicoli elettrici, ricaricabili, per muoversi senza inquinare.
Però alcuni interrogativi rimangono, e c'è chi esprime qualche dubbio sulla necessità e sull'opportunità di imporre un cambiamento così rapido.

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Questo lavoro è stato realizzato nell'ambito del progetto "FOCS - Format per la cittadinanza scientifica" ideato e condotto dal Center for Ethics in Science and Journalism di Milano in collaborazione con FRAME - Divagazioni scientifiche di Torino e con Fondazione Compagnia di San Paolo. La documentazione usata per realizzare i testi è elencata sul sito FOCS - Un format per la cittadinanza scientifica - www.cittadinanzascientifica.it

Created 26 March 2024
Last edited 17 February 2025
Topics Climate, Energy, Mobility

Policy positions

Policy position 1

La transizione verso la mobilità elettrica non deve essere imposta. Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere l’auto che vuole, a prescindere dal suo impatto sull’ambiente.

Policy position 2

La transizione verso la mobilità elettrica può essere incoraggiata, ma non a discapito degli utenti. La vendita di nuove auto a combustione deve essere bandita entro il 2035, ma non dovrà essere impedito a chi possiede un’auto a combustione di continuare a usarla.

Policy position 3

La transizione verso la mobilità elettrica deve essere incentivata in tutti i modi possibili, con contributi economici e agevolazioni sulla mobilità. La vendita di nuove auto a combustione deve essere bandita entro il 2035, ma non la circolazione di veicoli non elettrici.

Policy position 4

transizione verso la mobilità elettrica deve essere imposta, la vendita di auto a combustione deve essere bandita entro il 2035 e la circolazione di veicoli non elettrici dovrà essere impedita.

Story cards

Sono tempi di grande incertezza per lo storico stabilimento Stellantis di Melfi. Fra quest'anno e il 2026 la Jeep Renegade e la Fiat 500X usciranno dalle linee di montaggio per lasciare spazio solamente ad auto elettriche. “Per ora perdiamo solo 300 euro al mese in busta paga, ma in futuro potrebbe andare anche peggio”, ha raccontato un operaio “in riposo”, parlando con i microfoni di Basilicata24.it. Il turno di notte è stato per ora sospeso, di conseguenza la squadra che era destinata a quel turno è costretta ad una settimana di riposo “forzato”, durante il quale lo stipendio è più basso del solito. “Qui a Melfi lavoreremo su 5 modelli elettrici – racconta ancora il lavoratore - se il Governo non stanzia seriamente gli incentivi, cosa dobbiamo aspettarci di qui a 3 anni?”. Quindi conclude con una domanda decisamente lecita: “Diversi anni fa con 4mila euro di incentivi sul Gpl riuscivi a comprare un auto, ora invece con la transizione, come pensate che un operaio possa acquistarla e tenere in piedi quella che sarà l’automotive del futuro?”.

MELFI, UN LAVORATORE: “MA COME PENSATE CHE UN OPERAIO POSSA ACQUISTARE UN'ELETTRICA?”

Pierre è un operaio congolese. Ogni mattina va al lavoro nella vivace e polverosa città di Fungurume, nella cintura mineraria meridionale della Repubblica Democratica del Congo. Pierre estrae il cobalto, uno dei minerali più ricercati al mondo nonché uno degli ingredienti chiave nelle batterie che alimentano la maggior parte dei veicoli elettrici. Guadagna poco più di due euro al giorno. “La miniera guadagna così tanto e noi così poco”, dice Pierre al quotidiano The Guardian che ha svolto un’inchiesta sul tema. La miniera per cui lavora Pierre è una delle più grandi del Paese, di proprietà all'80% della società cinese China Molybdenum (CMOC) da cui acquistano alcuni dei principali produttori di auto elettriche del mondo, tra cui Tesla, VW, Volvo, Renault e Mercedes-Benz. L’anno scorso, circa il 70% del cobalto mondiale proveniva dalla RDC e la stragrande maggioranza – 93.000 tonnellate su 100.000, secondo Benchmark Mineral Intelligence (BMI) – proveniva da miniere industriali su larga scala.

COME SCHIAVI: GLI OPERAI DEL CONGO SFRUTTATI PER PRODURRE LE AUTO ELETTRICHE

L’industria petrolchimica e dei combustibili fossili nell’area della Louisiana, conosciuta come “Cancer Alley”, ha devastato la salute, la vita e l’ambiente dei residenti, ha affermato Human Rights Watch. La ricerca documenta elevati tassi di aborti spontanei, malattie respiratorie, cancro e altri problemi legati all'inquinamento atmosferico e alle operazioni industriali. Si critica l'inadeguatezza delle autorità di regolamentazione nel proteggere la popolazione e si chiedono azioni urgenti da parte dei governi, compresa la transizione verso fonti energetiche sostenibili e misure immediate per proteggere la salute dei residenti. “L'industria dei combustibili fossili e quella petrolchimica hanno creato una 'zona di sacrificio' in Louisiana”, ha affermato Antonia Juhasz , ricercatrice senior sui combustibili fossili presso Human Rights Watch. “L’incapacità delle autorità statali e federali di regolamentare adeguatamente il settore ha conseguenze disastrose per i residenti di Cancer Alley”.

STATI UNITI: L’INDUSTRIA PETROLCHIMICA E L’AUMENTO DEI TUMORI

Una start-up americana chiamata Gravity ha aperto un punto di ricarica per auto elettriche a Manhattan, offrendo la più alta velocità di ricarica negli Stati Uniti e forse nel mondo, con colonnine che possono ricaricare le vetture in corrente continua fino a 500 kW. Situato in un vecchio garage ristrutturato, il punto di ricarica ospita 24 colonnine ad alta potenza ed è anche uno showroom per l'azienda. Nonostante la grande potenza, Gravity non ha dovuto richiedere modifiche alle linee elettriche del quartiere. Google ha investito nella start-up nel 2023, supportando il suo piano di espansione. Gravity si ispira al successo dei Supercharger di Tesla e mira a creare una rete diffusa di punti di ricarica per spingere i produttori di auto elettriche a migliorare le prestazioni di ricarica dei loro veicoli.

A MANHATTAN SI PUÒ CARICARE L’ELETTRICA A 500 KW. OBIETTIVO 300 KM DI AUTONOMIA IN CINQUE MINUTI

Uno studio condotto da idealista, il principale portale immobiliare in Italia, rivela che la mancanza di garage o posti auto adatti all'installazione di sistemi di ricarica per auto elettriche rappresenta una sfida significativa per la mobilità elettrica nel Paese. Circa il 62% delle abitazioni in Italia non dispone di garage, rendendo difficile l'accesso ai veicoli elettrici per l'uso quotidiano. Le province con la maggior disponibilità di garage adatti alla ricarica sono principalmente nel Veneto, mentre le città principali come Roma e Milano hanno percentuali al di sotto della media nazionale. Superano la media nazionale del 38% di abitazioni dotate di garage o posti auto adatti le province venete di Padova (69%) e Treviso (67%). Seguono da vicino Modena con il 63%, Mantova e Vicenza (entrambe 61%), mentre Forlì-Cesena raggiunge il 60%. Altre 16 province contano almeno la metà delle abitazioni attrezzabili. Lo studio si basa su 1,3 milioni di annunci immobiliari pubblicati nel 2023.

SOLO IL 38% DELLE CASE ITALIANE POTREBBE INSTALLARE UNA COLONNINA DI RICARICA PER AUTO ELETTRICHE

Angelo Bonelli, co-portavoce e deputato di Europa Verde, ha criticato le politiche ambientali del governo Meloni, in particolare l'opposizione al divieto di immatricolazione di nuove auto a benzina o diesel dall'UE dal 2035. Secondo Bonelli, «tutte le industrie automobilistiche del mondo» hanno già annunciato di voler produrre solo auto elettriche: alcune entro il 2030, altre entro il 2035. Tuttavia, la verifica di Pagella Politica mostra che alcune aziende, come Stellantis e Ford, mirano a vendere solo auto elettriche entro il 2030, ma solo in Europa. Volvo e Peugeot, invece, si sono impegnate a vendere solo auto elettriche entro il 2030. Altre case automobilistiche hanno obiettivi meno ambiziosi, come BMW e Volkswagen.

NON È VERO CHE TUTTE LE CASE AUTOMOBILISTICHE PRODURRANNO «SOLO ELETTRICO» ENTRO IL 2035

Un recente focus dell’agenzia di stampa Reuters ha evidenziato una carenza di meccanici specializzati e di officine indipendenti nel settore dell'auto elettrica, insieme agli elevati costi di formazione per i tecnici. Questa carenza globale impedisce ai proprietari di veicoli elettrici di accedere a servizi di manutenzione convenienti, costringendoli spesso a rivolgersi alle costose officine dei concessionari. L'IMI e altre organizzazioni stanno cercando di affrontare questo problema offrendo corsi di formazione, ma si prevede comunque una carenza di professionisti specializzati nei prossimi anni. I grandi gruppi del settore stanno rispondendo con strategie a lungo termine, come corsi offerti da Tesla e programmi di finanziamento per la formazione dei meccanici. In Gran Bretagna, si sta cercando di ottenere finanziamenti governativi per sostenere le officine indipendenti nei costi di formazione, riconoscendo l'importanza di preparare la forza lavoro per il crescente mercato delle auto elettriche.

DOBBIAMO PREOCCUPARCI DELLA CARENZA DI MECCANICI PER LE AUTO ELETTRICHE?

La Norvegia è il paradiso delle auto elettriche. Negli ultimi anni le vendite hanno superato quelle delle auto a benzina grazie a generosi sussidi e una vasta rete di ricarica. Ma la transizione non è priva di conseguenze. Gli incentivi hanno reso il trasporto privato più competitivo rispetto a quello pubblico, mettendo in discussione le strategie di mobilità locale. Non solo: le promozioni per i veicoli elettrici hanno ridotto i fondi disponibili per investire in miglioramenti del trasporto, perché i bilanci del trasporto pubblico norvegese sono in parte finanziati dai pedaggi stradali che il governo nazionale ha cancellato per i proprietari di veicoli elettrici. Con l'acquisto di veicoli elettrici da parte di un maggior numero di norvegesi, le entrate del trasporto sono diminuite, mettendo a rischio investimenti importanti come la nuova linea della metropolitana di Oslo.

SE L’AUTO ELETTRICA È TROPPO VANTAGGIOSA IL TRASPORTO PUBBLICO RISCHIA DI ESSERE PENALIZZATO

Mario chiede: “quanti investimenti di pedoni da parte delle “silenziose” auto elettriche ci dovranno essere, prima che si installi un avvisatore per i pedoni? Grazie“ Dal luglio 2021 la UE ha reso obbligatorio per tutti i veicoli elettrici a 4 ruote di nuova omologazione un sistema acustico, Avas. Si tratta della normativa ECE n.138, che rende obbligatorio l’Avas a velocità inferiori ai 20 Km/h. Il dispositivo sonoro si deve attivare anche in retromarcia e dev’essere compreso tra almeno 56 decibel e un massimo di 75 decibel. Non può in alcun modo essere disattivato ad opera del guidatore. Oltre i 20 km/h di velocità, questo suono artificiale non è più necessario, perché bastano il rumore di rotolamento degli pneumatici e quello aerodinamico. Ma in molti modelli del Gruppo Volkswagen, per esempio, si è scelto di aumentare l’E-noise fino a 25 km/h. Per poi ridurlo gradualmente fino ai 30 km/h, quando è sostituito appunto dal rumore generato dal veicolo in movimento.

TROPPO SILENZIOSE?

Altroconsumo, l’associazione dei consumatori, ha svolto un’indagine comparativa tra i costi di ricarica delle auto elettriche e i costi di rifornimento di benzina e gasolio. Dall’indagine emerge che la ricarica a casa tramite un wallbox è l'opzione più conveniente, mentre la ricarica presso colonnine pubbliche, specialmente quelle ultrafast, risulta più costosa. Inoltre, i costi di percorrenza delle auto elettriche sono più convenienti di quelli delle auto a combustione interna. Anche in scenari di utilizzo più intensivo, le auto elettriche rimangono più convenienti. L’associazione invita a utilizzare il “bonus colonnine” per ottenere un rimborso sull'acquisto di una stazione di ricarica privata.

QUANTO COSTA RICARICARE L'AUTO ELETTRICA RISPETTO AL PIENO DIESEL O BENZINA?

Andre Mayer è un giornalista della CBS. Ha messo alla prova la "Canada's Electric Highway", la rete di ricarica dell’azienda energetica Petro-Canada che promette di attraversare il Canada da una costa all’altra, vivendo un’esperienza frustrante. La prima volta ha avuto difficoltà a usare l'app e la carta di credito per avviare la ricarica. L'impiegata non ha saputo dare indicazioni e si è scusata dicendo che le colonnine sono di un gestore esterno. La seconda volta ha avuto un problema con il software. Ha chiamato l'assistenza, che ha promesso di mandare qualcuno a controllare la colonnina... entro la settimana successiva.
Cara Clairman, CEO di Plug 'n Drive, un gruppo no-profit che si occupa di veicoli elettrici, ha dichiarato che molte aziende si limitano a ospitare queste stazioni di ricarica, senza conoscerne il funzionamento. Per servire meglio un mercato di veivoli elettrici in crescita, l'infrastruttura deve essere migliorata, ha detto Clairman, in particolare per quanto riguarda l'offerta di più di una stazione di ricarica rapida in un determinato luogo.

OLTRE ALLE COLONNINE DI RICARICA SERVE UN’ASSISTENZA ADEGUATA

Durante un viaggio di 1.500 miglia in un'auto elettrica, ho appreso importanti lezioni, a partire dall’adottare una nuova mentalità, più flessibile. I punti di ricarica non sono dove ci si aspetta di trovarli, spesso situati in parcheggi di centri commerciali o luoghi turistici piuttosto che nelle tradizionali aree di servizio. Le app di pianificazione del percorso sono state utili per individuare le stazioni di ricarica lungo il percorso. Non ci sono molte comodità vicino ai punti di ricarica e la sicurezza può essere una preoccupazione, specialmente di notte. La velocità di ricarica può variare notevolmente a seconda del caricabatterie utilizzato, e il costo della ricarica fuori casa può essere significativo, sia in termini finanziari che di tempo. Nonostante le sfide, incontrare altre persone durante la ricarica è stata un'esperienza positiva, e ci sono prospettive di miglioramento nella comodità e nell'accessibilità della ricarica, con investimenti in una rete nazionale di ricarica e l'espansione delle reti di aziende come Tesla, Electrify America, EVGo e ChargePoint.

L'ESPERIENZA DI JOHAN MULLER: SETTE LEZIONI CHE HO IMPARATO DURANTE IL MIO VIAGGIO DI 1.500 MIGLIA IN AUTO ELETTRICA

Uno studio pubblicato nel 2024 su Nature Climate Change e condotto su 130.000 persone in 125 paesi ha rivelato un sostegno quasi universale (86%) all'azione per il clima, con l'89% che desidera un maggiore impegno da parte dei governi. La maggioranza della popolazione è disposta a contribuire finanziariamente alla lotta al cambiamento climatico, con il 69% che sarebbe disposto a dedicare l'1% del proprio reddito mensile a tale causa. Questo sostegno si estende anche ai paesi più poveri, caldi e vulnerabili. Le ragioni di questo divario di percezione sono probabilmente molteplici, con il passato scetticismo e lentezza nell'affrontare il cambiamento climatico che potrebbero aver influenzato l'opinione pubblica. Correggere questa percezione erronea è cruciale, poiché gli individui tendono a contribuire maggiormente al bene pubblico se credono che anche gli altri lo facciano. Il documento sottolinea l'importanza di comunicare efficacemente il sostegno globale all'azione per il clima, anziché dare voce alle preoccupazioni di una minoranza che si oppone a qualsiasi forma di azione.

NON È VERO CHE IL CLIMA NON INTERESSA A NESSUNO

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L'industria cinese può contare su alcuni vantaggi, di cui beneficiano anche i consumatori, a spese dei lavoratori

Le auto elettriche sono mediamente più costose di quelle termiche, anche se non dappertutto: in Cina il prezzo medio di un’utilitaria elettrica è inferiore ai 10.000 euro, mentre in Europa e negli Stati Uniti si aggira intorno ai 30.000 euro. Le industrie cinesi a partire dagli anni 2000 hanno puntato su modelli più piccoli e abbordabili, forti di incentivi statali, della competenza sulle batterie e sullo sfruttamento di manodopera a basso costo.

In Europa e Stati Uniti i prezzi delle auto elettriche scendono, lentamente

I produttori di auto elettriche in Europa e Stati Uniti sono da tempo concentrati su modelli di auto grandi e lussuose, a differenza dei concorrenti cinesi. Perciò i modelli presenti a listino costano mediamente sui 30.000 euro. Nel 2022, Tesla ha abbassato i prezzi e altri hanno annunciato riduzioni. La tendenza sembra essere al ribasso e la differenza di prezzo rispetto alle auto a combustione potrebbe esaurirsi nell’arco di un decennio.

Quanto mi fa risparmiare il pieno alla colonnina?

Secondo un’indagine di Altroconsumo su dati del Ministero per la sicurezza energetica, i costi di percorrenza delle auto elettriche sono molto inferiori rispetto a quelli delle auto a combustione interna quando le si ricarica a casa (costo medio: 0,36 euro/kWh) o alle colonnine a bassa potenza (0,60 euro). Se si ricarica l’auto alle colonnine rapide (0,99) o ultra-rapide (oltre 1,50 euro/kWh), le auto a combustione risultano più vantaggiose.

Si fa presto a dire batteria

Al centro della tecnologia delle auto elettriche ci sono le batterie. La loro durata dipende da alcuni fattori tra cui la data di fabbricazione, la tecnologia costruttiva e la struttura dei componenti (ioni di litio o stato solido). Le batterie agli ioni di litio possono avere una vita utile di 8/10 anni, con un chilometraggio minimo garantito di almeno 160 mila Km. Quando la capacità scende al di sotto del 70% bisogna cambiare la batteria.

Riciclaggio e smaltimento delle batterie

Quando la capacità di una batteria per auto scende sotto al 70%, per mantenere l’efficienza del veicolo occorre sostituirla . Prima di essere smaltita, una batteria dismessa da un'auto può essere riutilizzata per altre finalità, come l’accumulo domestico negli impianti fotovoltaici. In tutto il mondo sono in fase di costruzione impianti di riciclaggio delle batterie, per soddisfare un fabbisogno in rapida crescita, e recuparare materiali rari.

Le colonnine pubbliche per la ricarica sono ancora troppo poche, e troppo costose

Oggi la maggior parte delle ricariche avviene alle colonnine domestiche, e scarseggiano i punti di ricarica pubblici. Nelle aree urbane, dove la ricarica domestica è limitata, l’infrastruttura pubblica è un fattore chiave per l’adozione dei veicoli elettrici. Alla fine di giugno del 2024 in Italia si contavano quasi 57.000 punti di ricarica pubblici, con una crescita del 26% rispetto al 2023. Nel mondo la crescita ha raggiunto il 40% in un anno.

Il tempo di ricarica chi me lo ridà indietro?

La ricarica delle auto elettriche può essere variabile nella durata. Vi sono alcune stazioni di ricarica ultra-rapide che in solo 20-40 minuti possono ricaricare l’auto fino all’80%. Le stazioni di ricarica pubbliche di solito offrono una ricarica più rapida che può avvenire spesso in 1-2 ore. La ricarica domestica può utilizzare una presa standard e può richiedere dalle 8 alle 12 ore per una carica completa.

Se tutti usano l’auto elettrica quanto consumiamo?

Nel 2022 il consumo di energia dovuto alle auto elettriche nel mondo è stato di 110 TWh, pari circa allo 0,4% del consumo totale. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, a fronte di una crescita della domanda globale di elettricità per applicazioni industriali, elettrodomestici e riscaldamento/raffreddamento, il trasporto elettrico nel 2030 inciderà per meno del 4% sul consumo totale.

Finirà mai il petrolio?

I combustibili fossili sono “non rinnovabili” perché si pensa che ce ne siano quantità limitate nella crosta terrestre, che prima o poi finiranno. È molto difficile fare stime sulle riserve ancora disponibili. Per il petrolio, ad esempio, le stime vanno da 35 anni a molti secoli. Nuovi metodi estrattivi come il fracking consentono di raggiungere giacimenti prima non utilizzabili, ma non è chiaro quanto saranno sostenibili.

Che cosa ci riserva il futuro?

È molto probabile che in futuro avremo sempre meno automobili di proprietà e useremo servizi di car sharing (macchine di uso comune, da prendere secondo i bisogni), magari con guida automatica. C’è poi la possibilità (anche se più incerta) che le nuove tecnologie ci forniscano energia a basso costo con metodi nuovi. In questo campo, dunque, bisogna sempre pensare a lungo termine, eppure spesso ci concentriamo su quello che accade qui e ora.

Scendiamo nel particolato: inquinamento e qualità dell’aria

Con "particolato" (PM) si intende l’insieme delle sostanze sospese nell’aria. Con PM10 si indicano le particelle con un diametro inferiore ai 10 micrometri, mentre con PM2,5 quelle con diametro inferiore a 2,5 micrometri, che riescono a penetrare a fondo nei polmoni e a entrare nel sistema circolatorio. I gas di scarico delle auto a combustione sono tra i principali responsabili dell’inquinamento da PM 2,5 e 10, oltre che di altri gas inquinanti.

Per ridurre l'impatto su ambiente e clima occorre ridurre l'annoso problema del traffico

L’auto elettrica ha un impatto minore di quella a combustione, ma occorre anche intervenire sul numero di auto circolanti, promuovendo l'abitudine di camminare, andare in bicicletta e utilizzare i mezzi pubblici (dotati di tecnologie più efficienti). Occorre inoltre promuovere i mezzi di trasporto a basse emissioni e la sostituzione graduale dei veicoli tradizionali con quelli alimentati da energia elettrica o altre fonti rinnovabili.

Che cos’è l’energia?

In fisica, l’energia è la capacità di compiere lavoro; l’energia di un sistema dà la misura di quali trasformazioni il sistema può indurre su altri oggetti, interagendo con questi. In campo civile e industriale si misura di solito in chilowattora (kWh): 1 kWh corrisponde all’applicazione di una potenza di 1000 watt per un’ora. Una comune stufetta da 1000 watt accesa per un’ora consuma, appunto, 1 kWh.

La produzione di energia elettrica in Italia

Nel 2023 la produzione nazionale lorda è stata pari a 264,7 TWh (Terawattora, pari a un miliardo di Kilowattora) registrando un calo dell’6,8% rispetto al 2022. La fonte termoelettrica non rinnovabile ha coperto la maggior parte del fabbisogno (55,4% della produzione). Tra le fonti rinnovabili si registra il record del fotovoltaico (30,7 TWh), mentre l'idroelettrica è tornata a crescere dopo il minimo storico del 2022, arrivando a 42,1 TWh.

Effetto serra e riscaldamento globale

I gas serra sono gas nell’atmosfera che si comportano in modo simile a quello del vetro in una serra: assorbono l’energia solare e il calore irradiato dalla superficie terrestre, intrappolandolo nell’atmosfera. Molti gas a effetto serra sono naturalmente presenti nell’atmosfera, tuttavia l’attività umana ne aggiunge una quantità talmente elevata da potenziare l’effetto serra e indurre un surriscaldamento globale.

Produzione e consumo di energia nel mondo

Secondo l’Energy Institute, nel 2023 si sono consumati nel mondo 172.250 TWh di energia. Tra le fonti di produzione, il petrolio conta per il 31,6% del totale, il carbone e similari per il 26,4, il gas naturale 23,2, il nucleare il 4%, l’idroelettrico il 6,45%, le altre rinnovabili l’8,22%. Dal lato consumi, 29.772 TWh sono energia elettrica (17,3%), mentre la parte del leone la fanno riscaldamento, produzione del cibo e trasporti.

Il combustibile fossile

Si definiscono “fossili” i combustibili derivanti dalla trasformazione naturale di sostanze organiche via via sotterrate nel corso delle ere geologiche: in un certo senso, sono serbatoi di energia solare accumulata nel tempo, raccolta direttamente dalle piante o indirettamente, tramite la catena alimentare, dagli organismi animali. Oggi petrolio, carbone e gas naturale sono la principale fonte energetica sfruttata dall’umanità.

Vantaggi e svantaggi dei combustibili fossili

I combustibili fossili hanno notevoli vantaggi: sono "compatti", ovvero hanno un alto rapporto energia/volume, facilmente trasportabili e immagazzinabili, sono utilizzabili con macchinari abbastanza semplici e costano relativamente poco. Ovviamente hanno anche importanti svantaggi: sono inquinanti, fanno aumentare la quantità di CO2 in atmosfera e non sono risorse rinnovabili.

Le energie rinnovabili

Le fonti di energia rinnovabili sono quelle che si rigenerano su scale temporali umane (e non geologiche, come il petrolio). Nel 2022 hanno rappresentato circa il 30% della produzione mondiale di energia elettrica. Nel 2023 il 36,8% della generazione elettrica in Italia è stata soddisfatta dalle fonti rinnovabili, che hanno fatto registrare il record storico di produzione da fonte eolica (23,4 TWh) e fotovoltaica (30,6 KWh).

Quanto consumiamo nella vita quotidiana?

Si stima che la famiglia-tipo di 4 persone consumi 190 kWh all’anno per la tv, 220 ciascuna per lavatrice e lavastoviglie, 310 per frigo con congelatore, e ben 425 per il condizionatore (usato pochi mesi l’anno). Il computer consuma solo 100 kWh all’anno. Il ferro da stiro, che consuma moltissimo, conta poco nel bilancio annuo perché è tenuto acceso in media non più di 30 minuti al giorno, per un totale di 160 kWh annui.

I tipi di auto: a combustione, full electric, ibrida

Tradizionalmente le auto bruciano combustibile – gasolio, benzina, gpl, metano, idrogeno – per muoversi. Quelle elettriche possono essere totalmente elettriche, oppure ibride benzina/elettrica e gasolio/elettrica. Queste ultime hanno doppio motore – elettrico e termico – e una batteria che si ricarica con il movimento dell’auto. Le ibride “plug in” hanno doppio motore e una batteria più capiente che si può ricaricare da una presa elettrica.

Che cosa sono gli e-fuel?

Gli e-fuel sono combustibili sintetici prodotti a partire dall'anidride carbonica (CO2) attraverso processi che utilizzano energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Sono identici ai combustibili tradizionali prodotti da idrocarburi fossili. L'utilizzo di e-fuel in un motore a combustione interna di un'autovettura richiede cinque volte più elettricità rispetto all'utilizzo diretto di quella elettricità in un veicolo a batteria.

Che cosa sono i biocarburanti?

I biocarburanti sono carburanti ottenuti da materie prime di origine agricola. Possono svolgere un ruolo importante nella decarbonizzazione dei trasporti fornendo una soluzione a basse emissioni di carbonio. Nel 2021 hanno coperto il 3,6% della domanda globale di energia per i trasporti. Nello scenario Net Zero, il contributo dei biocarburanti ai trasporti dovrebbe salire al 15% nel 2030.

Che cosa è lo scenario Net Zero?

Lo scenario "net zero" è l'obiettivo degli accordi internazionali sul clima: significa che tutte le emissioni di gas serra generate dall’uomo devono essere rimosse dall’atmosfera e che quindi il bilancio del clima della terra al netto (ovvero dopo aver sottratto le cosiddette emissioni negative) ammonta a zero. In questo modo l’umanità sarebbe climaticamente neutra e la temperatura globale si stabilizzerebbe.

Quanti veicoli circolano in Italia? Come sono distribuiti?

Secondo l’ACI, nel 2021 in Italia erano in circolazione circa 45 milioni di veicoli, di cui 40 milioni auto private. Tra queste, 17 milioni e 800 mila a benzina, 17 milioni a gasolio, 2 milioni e 700 mila a benzina/gpl e quasi un milione benzina/metano. Le auto ibride benzina/elettrico erano 930 mila, le ibride gasolio/elettrico circa 100 mila e le auto totalmente elettriche 118 mila.

Quante emissioni sono dovute ai trasporti?

Il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa, il 71,7% delle quali viene prodotto dal trasporto stradale. Negli ultimi tre decenni l'unico settore a vedere un aumento delle emissioni è stato quello dei trasporti (+33,5% tra il 1990 e il 2019). Le autovetture sono fra i mezzi più inquinanti, considerato che generano il 60,7% del totale delle emissioni legate al trasporto.

L'efficienza dei motori

I motori a combustione hanno un rendimento attorno al 40%: trasformano in movimento il 40% dell’energia presente nel combustibile. Il rendimento dei motori elettrici può arrivare al 90%: anche usando combustibili fossili per produrre elettricità, un’auto elettrica sfrutta meglio l’energia consumata – ne richiede dalle 3 alle 4 volte in meno per fare gli stessi chilometri – e quindi è responsabile di una quota minore di emissioni.

Diffusione delle auto elettriche e tendenze nel mondo

Il numero di auto elettriche vendute nel mondo è passato da 100.000 nel 2012 a 1 milione nel 2017, a 10 milioni nel 2022 (il 14% delle vendite totali di auto). Sempre nel 2022 ne circolavano 26 milioni, il 60% in più rispetto all’anno prima e cinque volte tanto rispetto al 2018.

Diffusione delle auto elettriche e tendenze in Europa, in Italia

Il numero di auto elettriche vendute nel mondo è passato da 100.000 nel 2012 a 1 milione nel 2017, a 14 milioni nel 2023 (il 18% delle vendite totali). In Europa le vendite sono salite del 20% tra il 2022 e il 2023, raggiungendo i 3,2 milioni. Erano elettriche il 95% delle auto vendute in Norvegia, il 60% in Svezia, il 30% in Olanda e il 25% in Francia e nel Regno Unito. In Italia le nuove immatricolazioni nel 2023 sono state il 4,2% del totale.

Gli incentivi per l’acquisto di un’auto elettrica

Per il 2023 in Italia sono stati stanziati 190 milioni di euro di incentivi per l’acquisto di auto elettriche, pari a uno sconto a persona di almeno 3000 euro, più alto in caso di rottamazione di un'auto inquinante. Per le auto elettriche e ibride è inoltre prevista l’esenzione dal bollo per i primi 5 anni, nonché, in certi Comuni, altre agevolazioni come il parcheggio gratuito per i residenti o l’accesso alla Zona a traffico limitato.

Quali incentivi ci sono per i combustibili fossili?

I combustibili fossili nel mondo ricevono sussidi espliciti – in forma di tagli alla tassazione per i consumatori – e sussidi cosiddetti impliciti – l’equivalente economico dei danni provocati dal loro uso, che ricadono sulla collettività. Secondo il Fondo monetario internazionale (FMI), nel 2022 i sussidi hanno toccato la cifra record di 7.000 miliardi di dollari, il 7% del pil mondiale, circa il doppio di quanto si investe in educazione.

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