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Alluvioni come difendersi

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L'acqua è essenziale per lo sviluppo e il sostentamento della vita sulla Terra.
Costituisce una risorsa indispensabile per l’uomo, che fin dall’antichità si è servito dei corsi d’acqua per soddisfare le sue esigenze (uso potabile, irriguo, energetico, industriale).

Author / translator LIFE FRANCA

L'acqua è essenziale per lo sviluppo e il sostentamento della vita sulla Terra.
Costituisce una risorsa indispensabile per l’uomo, che fin dall’antichità si è servito dei corsi d’acqua per soddisfare le sue esigenze (uso potabile, irriguo, energetico, industriale).
È uno dei principali agenti naturali in grado di modellare il paesaggio del nostro pianeta, ma i fenomeni che può generare, come esondazioni, colate, frane e valanghe, possono costituire un rischio per gli esseri umani.
Negli ultimi secoli, in seguito alla rapida crescita della popolazione, all’urbanizzazione e allo sviluppo delle attività economiche la risorsa acqua è sempre più minacciata e gli eventi alluvionali hanno conseguenze sempre più disastrose.
Il pericolo alluvionale costituisce una minaccia attuale per molte località del territorio italiano, ma la consapevolezza dei rischi nella popolazione è scarsa, nonostante negli ultimi 50 anni frane e alluvioni abbiano causato migliaia di morti.
Come affrontare questi fenomeni?

Kit realizzato dal MUSE - Museo delle Scienze di Trento, nell'ambito del progetto LIFE FRANCA (LIFE15 GIC/IT/000030)

Created 22 September 2017
Last edited 30 August 2018
Topics Climate, Environment

Policy positions

Policy position 1

RIDIAMO SPAZIO AI FIUMI
Le esondazioni sono fenomeni naturali che non è possibile eliminare. È l’uomo che ha costruito lungo i corsi d’acqua, alterando l’ambiente.
L’unica soluzione è spostare la popolazione e gli edifici dalle zone pericolose ed eliminare così il rischio alluvionale.

Policy position 2

DIFENDIAMOCI CON LE OPERE
È compito delle istituzioni proteggere i cittadini e gli abitati dalle esondazioni attraverso la costruzione di opere di difesa, anche se costose.
Gli interessi dell’uomo sono al primo posto, anche a costo di alterare gli ecosistemi naturali e il paesaggio.

Policy position 3

FACCIAMO TUTTI PREVENZIONE
Per proteggere la popolazione e gli abitati dalle esondazioni è necessario investire in pianificazione territoriale ed educazione, piuttosto che sulla costruzione di opere.
I cittadini devono essere parte attiva: devono essere informati, conoscere i pericoli e le zone a rischio, rispettare le normative e partecipare alle esercitazioni.

Policy position 4

INTERVENIAMO SULLE EMERGENZE
La prevenzione non può garantire la sicurezza totale dalle esondazioni e non è possibile abbandonare le zone pericolose.
È meglio affrontare le alluvioni quando si presentano, investendo nella gestione delle emergenze e nella ricostruzione.
La popolazione deve però conoscere le norme di comportamento e assicurare i propri beni.

Story cards

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Vivo in un territorio in cui in passato ci sono stati diversi eventi alluvionali con molti danni e vittime. La mia città è attraversata da un grande fiume e in alcune aree il rischio alluvionale è elevato, ma non si verificano alluvioni da 50 anni. Le piene sono gestite attraverso attività di previsione e prevenzione e i miei cittadini si sentono al sicuro. Ma il nostro territorio è vulnerabile e i tecnici dicono che potrebbero verificarsi altre piene eccezionali. Tutti si aspettano di essere protetti dalle istituzioni e se ci sarà un’alluvione temo che le colpe ricadranno su di me!

Giovanna Riva, sindaco
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La protezione civile assicura assistenza e soccorso alla popolazione in caso di emergenza, ma ci occupiamo anche di previsione e prevenzione dei rischi, incluso l’informazione e l’educazione dei cittadini. Conoscere gli eventi alluvionali è il primo passo per affrontarli e difendersi in caso di pericolo. Sapere se la zona in cui si vive è a rischio aiuta a prevenire e fronteggiare le emergenze. Purtroppo la consapevolezza dei rischi è scarsa, pochi conoscono le norme di comportamento in caso di allerta o emergenza e l’esistenza dei Piani di emergenza comunale.

Mario Argini, capo Protezione Civile
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Ero bambina durante l’ultima alluvione in città. Aveva piovuto tantissimo e le strade del centro erano diventate canali. Casa mia non era nella zona allagata ma i miei genitori aiutarono i parenti per ripulire le case invase dall’acqua. Una volta rientrata l’emergenza, sui muri rimase il segno dell’altezza alla quale era arrivata l’acqua melmosa e maleodorante. Da quella volta non ci furono altre alluvioni, ma nonostante i soldi spesi per sistemare il fiume, temo che possa accadere di nuovo. I miei figli sono convinti di essere al sicuro, non hanno idea della potenza del fiume e dei danni che potrebbe causare.

Maria Acquaviva, pensionata
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A scuola le maestre ci hanno spiegato cosa fare in caso di alluvione: non andare vicino a ponti o lungo fiumi e torrenti, non fare i sottopassi, non andare in cantina ma salire ai piani alti delle case, mettere gli stivali e l’impermeabile, prendere i documenti e le cose importanti… Ma io non ho paura quando sono a casa perché abito al quinto piano e il fiume è lontano. Ho paura quando sono a scuola o vado ad allenarmi perché la scuola e il campo di calcio sono vicinissimi al fiume! Abbiamo visto i video delle alluvioni e mi sono spaventato molto, il terzo piano della scuola non ha spazio per tutti i bambini e io non voglio affogare nell’acqua fangosa.

Matteo Bevilacqua, alunno
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L’acqua è fondamentale per le piante, senza non crescerebbe nulla. Ma è un problema sia quando c'è troppa acqua, che quando ce n'è poca. Sembra paradossale, dobbiamo affrontare sia siccità che alluvioni! Negli ultimi anni ci sono stati inverni molto secchi, i fiumi hanno raggiunto livelli bassissimi e abbiamo affrontato estati con pochissima acqua. In autunno invece piove ininterrottamente anche per una settimana, senza dare tempo al terreno di assorbire l’acqua. Per non parlare del rischio costante che il fiume straripi! Gli agricoltori dovrebbero venire ascoltati quando si parla di gestione dei fiumi.

Stefano Fontana, agricoltore
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Ogni anno in autunno scriviamo di alluvioni con conseguenze disastrose: strade allagate, coltivazioni distrutte, danni ad abitazioni e monumenti e spesso vittime, travolte da acqua e fango. Le alluvioni sono fenomeni naturali che si ripetono soprattutto in autunno e continuo a stupirmi di quanto siamo poco preparati ad affrontarle. Ogni volta si avviano indagini per individuare i responsabili, per chiedere il rimborso dei danni… si tratta di cifre enormi, centinaia di migliaia di euro. Se i fondi pubblici venissero usati per la prevenzione piuttosto che per la ricostruzione, non ci troveremmo in questa situazione ogni volta.

Sara Fiumara, giornalista
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Gli ambienti presenti lungo i corsi d’acqua hanno una grande importanza ecologica. Sono habitat particolari, con animali e piante che vivono solo in ambienti e suoli umidi. I boschi ripariali sono filtri naturali: proteggono dagli inquinanti e contribuiscono alla depurazione naturale delle acque fluviali. Inoltre la vegetazione lungo le rive consolida gli argini, limitando l'attività erosiva del fiume e favorendo il deposito di sedimenti. Oramai questi boschi sono spesso limitati ad un filare di alberi. Dovremmo lasciare che il bosco si riprenda i suoi spazi naturali. Il nostro sindaco invece continua ad innalzare argini artificiali, altro che boschi!

Elisa Fiume, ambientalista
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Lavoro in Università e il mio gruppo di ricerca si occupa della gestione e conservazione della fauna ittica nei fiumi. Studiamo qual è l’impatto delle attività umane sulle comunità di pesci e sull’intero ecosistema fluviale. Fino a qualche anno fa la priorità era realizzare interventi per assicurare l’acqua dolce ad uso delle attività umane. Oggi la Direttiva Acque della UE chiede di conciliare gli obiettivi economici con quelli ambientali, assicurando un utilizzo sostenibile delle riscorse idriche. Non sempre però i risultati delle nostre ricerche vengono tenuti in considerazione.

Massimo Lagonegro, biologo

INFO CARDSISSUE CARDS

Catrame e cemento

L’acqua piovana viene assorbita dal suolo e dalle piante.
Città, edifici e strade rendono invece il terreno impermeabile.
Per questo quando piove sulle aree urbanizzate l’acqua scorre via velocemente riversandosi nei fiumi e aumentando la loro portata.

Il consumo di suolo

È l’occupazione di superfici agricole o naturali per la costruzione di nuovi edifici e infrastrutture.
In Italia il consumo di suolo è pari a 35 ettari al giorno, come 50 campi da calcio.
Molte aree di esondazione dei fiumi sono occupate da edifici, aumentando il rischio alluvionale.

Rischio zero

Frane, alluvioni, colate e valanghe sono fenomeni naturali che non possono essere eliminati: nessun intervento può garantire il rischio zero, ma solo ridurlo.
Nessuna attività o luogo è privo di rischi, di diversa entità o probabilità che siano.

Piani nel cassetto

L'84% dei Comuni in Italia ha un piano di emergenza che considera il rischio idrogeologico.
Solo il 46% lo ha di recente aggiornato e solo il 30% ha svolto attività di educazione, informazione ed esercitazione per i cittadini.

Attenzione pericolo

Le carte di pericolosità idrogeologica sono lo strumento base per conoscere i pericoli di un territorio e impostare una politica di prevenzione e difesa dai rischi idrogeologici.
Poche regioni italiane hanno però sviluppato o reso operative le carte di pericolosità.

Italia non sicura

Nel 2014 è stato avviato il piano ItaliaSicura per la riduzione del rischio idrogeologico.
Il governo ha stanziato 8 miliardi di euro per la costruzione di opere di prevenzione.
Ad oggi solo una piccola parte è stata utilizzata, a causa della burocrazia o della mancanza di progetti esecutivi.

Non lasciare nessuno indietro

Più di 1 miliardo di persone nel mondo convivono con una disabilità, 2 milioni solo in Italia.
Di rado vengono consultate quando si discute di preparazione agli eventi calamitosi.
Inoltre gli studenti con disabilità non sempre frequentano le scuole pubbliche e diventa difficile coinvolgerli nell’educazione al rischio.

Volontari indispensabili

In Italia oltre 2000 organizzazioni di volontariato sono impegnate durante le emergenze e nella difesa del territorio.
Negli ultimi anni a causa della mancanza di lavoro si assiste ad un calo di partecipazione.
Ciò potrebbe avere conseguenze anche sulla sicurezza del territorio e dei cittadini.

Futuri possibili

La disciplina dei "Futures Studies" aiuta a preparare i cittadini a diversi futuri possibili, a migliorare i processi decisionali e ridurre gli impatti di vari tipi di rischio.
L’applicazione di queste teorie, in grado di incidere sulle scelte pubbliche di un paese, è ancora molto limitata, soprattutto in Italia.

Assicurazione si, assicurazione no

In Italia le "assicurazioni casa" per danni da eventi alluvionali sono poco diffuse e facoltative, a differenza di altri paesi dove sono obbligatorie.
Se l’assicurazione per le alluvioni fosse obbligatoria forse più persone presterebbero attenzione al tema della prevenzione.

Esercitazioni di protezione civile

Sono un importante strumento di prevenzione, ma non sempre vengono organizzate.
Sono fondamentali per preparare gli operatori alla gestione delle emergenza e i cittadini ai corretti comportamenti da adottare.
Hai mai partecipato a una esercitazione?

La manutenzione delle briglie

La briglia è uno sbarramento lungo il corso d’acqua per proteggere dalle esondazioni e dalle colate detritiche.
Periodicamente è necessario pulirla da detriti, ramaglie e legname e verificare le condizioni della struttura affinché mantenga la sua funzione di difesa.

Rompere gli argini

Gli argini sono una delle opere di protezione dalle alluvioni più diffuse ma se non sono ben progettati e costruiti possono essere pericolosi e cedere.
A causa della loro struttura hanno inoltre un costo molto elevato.

Dal fiume al lago

Sull'Adige vi è una galleria che permette di scaricare le acque del fiume nel lago di Garda, in caso di piena.
In questi casi si riversano nel Garda acque fredde e limacciose, che causano uno shock termico per gli organismi, un innalzamento e intorbidimento del lago, negativi per il turismo e l’ecosistema del lago.

Costruire nuove dighe?

Le dighe sono utilizzate anche per ridurre la portata dei fiumi in occasione delle piene.
Non tutte le dighe hanno però la capacità necessaria e costruire nuovi invasi ha costi elevati e conseguenze negative sull’ambiente.

VIA - Valutazione di Impatto Ambientale

È un processo per valutare preventivamente gli impatti di un progetto sull'ambiente, la salute umana e il patrimonio culturale.
Spesso vi sono problemi nella sua applicazione e chi redige la VIA vuole garantire il successo del progetto piuttosto che valutare gli impatti sull'ambiente.

Energia dall’acqua

In Italia sono attive oltre 2000 centrali idroelettriche, in Trentino 27.
Un impianto idroelettrico sfrutta l’energia cinetica dell’acqua per produrre energia elettrica.
Il prelievo idrico riduce la quantità di acqua lungo i corsi d’acqua e altera gli ecosistemi fluviali.

Un fiume a misura di animali

Gli argini artificiali impediscono agli anfibi di deporre le uova, alle lontre di scavare le loro tane, agli uccelli di nidificare sulle sponde…
Gli animali hanno inoltre difficoltà ad abbeverarsi e non riescono a risalire, una volta caduti in acqua.

Su e giù da un fiume

Opere come briglie e dighe sono barriere insormontabili per i pesci.
Ostacolano gli spostamenti delle specie che risalgono i fiumi per la deposizione delle uova o che migrano tra mare e fiume.
Le scale di risalita lungo i corsi d’acqua sono costose e di difficile progettazione.

Anfibi a rischio estinzione

Nel mondo sono descritte più di 6000 specie di anfibi e il 30% è a rischio estinzione.
Gli anfibi sono legati agli ambienti aquatici per la deposizione delle uova.
Stanno scomparendo poiché gli ambienti umidi di fondovalle sono diventati rari a causa delle bonifiche.

Dal Sud America con furore

Le nutrie sono roditori originari del Sud America, tipiche degli ambienti acquatici.
Inizialmente allevate in Italia per la pelliccia, in seguito colonizzarono gli ambienti naturali.
Le nutrie sono in conflitto con le specie locali, provocano danni alle coltivazioni e indeboliscono gli argini dei fiumi dove scavano gallerie.

Cambiamento climatico

É in atto e sembra destinato a continuare: le temperature sono in aumento, ghiacci e neve si stanno fondendo e l’andamento delle precipitazioni sta variando.
Tutto ciò potrebbe portare ad un aumento della frequenza e intensità degli eventi di piena.

Global risk report

È realizzato dal World Economic Forum e individua i rischi a più alto impatto nel mondo.
Tra i primi rischi per il 2017 vi sono: eventi meteorologici estremi, disastri naturali e fallimento delle politiche di mitigazione e della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici.
In Italia siamo preparati?

Tempo di ritorno

È un concetto statistico per definire la probabilità che un evento si verifichi in un dato anno.
Un evento con tempo di ritorno di 100 anni non significa che si verificherà ogni 100 anni, ma che ha l'1% di probabilità di accadere in un anno.
Il tempo di ritorno è un concetto tecnico che va capito bene, altrimenti si rischia di pensare di avere un periodo di tregua tra un evento e l’altro.

Rischio o pericolo?

Rischio e pericolo sono due concetti diversi.
Il pericolo è un evento naturale o indotto dalle attività umane potenzialmente in grado di produrre danni.
Il rischio è la misura dei danni che un evento pericoloso può determinare su un dato territorio e in un certo periodo di tempo per l'uomo e per i suoi abitati.

Rischio idrogeologico e alluvionale

Il rischio idrogeologico è il rischio da frane, colate, valanghe e da esondazione di fiumi, torrenti e laghi.
È generalmente associato a precipitazioni intense o abbondanti e comprende il rischio alluvionale, cioè il solo rischio da esondazione di fiumi, torrenti, laghi e da colate di detrito o fango.

Previsione

Attività volta a conoscere e individuare i pericoli idrogeologici sul territorio e, quando possibile, a prevedere, preannunciare e monitorare in tempo reale gli eventi calamitosi, al fine di salvaguardare la popolazione e i suoi abitati.

Prevenzione

Attività volta a evitare o a ridurre il rischio idrogeologico sul territorio.
Può essere fatta sia attraverso interventi strutturali (opere di difesa) che non strutturali (pianificazione territoriale, piani di emergenza e allertamento, esercitazioni di protezione civile, educazione e informazione), per salvaguardare la popolazione e i suoi abitati.

Anticipazione

Approccio che permette di preparare i cittadini a diversi futuri possibili.
Fa parte della disciplina dei "Futures Studies".
L'anticipazione usa il futuro nei processi decisionali per ridurre l'impatto di particolari tipi di rischio.

Quanta acqua passa nei fiumi?

La quantità d'acqua che scorre in un fiume si misura con la portata.
Il fiume Adige a Trento ha una portata media annuale di 200 m³/sec, che può aumentare di 10 volte in occasione delle piene.
Il Po ha una portata media a Ferrara di 1540 m³/sec, in occasione delle piene supera i 10 mila m³/sec.

Fiume in piena

In occasione di precipitazioni intense o abbondanti le acque possono fuoriuscire dalle sponde naturali o superare gli argini provocando un’alluvione, cioè l’allagamento di aree agricole, infrastrutture e abitati con conseguenti danni molto elevati.
Si parla in questo caso di piene eccezionali.

Colate di detrito o fango

Sono costituite da una miscela di detriti, fango e acqua, che scorre ad alta velocità lungo i versanti o nei torrenti a pendenza molto elevata.
Sono fenomeni naturali improvvisi e pericolosi per l’impatto distruttivo e la difficile prevedibilità.

Fiumi o canali?

Nei secoli sono state realizzate molte opere di difesa lungo i corsi d’acqua per proteggere le sponde dall'erosione, trattenere i detriti, contenere le piene.
Queste opere hanno cambiato l’aspetto naturale dei fiumi, trasformandoli in alcuni casi in veri e propri canali.

Gli argini

Sono opere di difesa costruite per contenere le acque dei fiumi e proteggere le aree limitrofe in caso di piena.
In Trentino sono stati realizzati più di 500 km di argini sui 338 corsi d’acqua che attraversano il territorio.

Le briglie

Sono opere di difesa trasversali ai torrenti, costruite per la protezione da esondazioni e colate.
Stabilizzano gli alvei dei torrenti e trattengono parte dell’acqua e dei sedimenti trasportati dalla corrente durante le piene.
In Trentino sono state realizzate quasi 18 mila briglie.

Deflusso Minimo Vitale

È la quantità minima di acqua necessaria per la sopravvivenza degli organismi acquatici e la salvaguardia della struttura naturale del corso d’acqua.
Ogni anno in Europa sono estratti da fiumi, torrenti e laghi circa 247 mila milioni di m³ di acqua per destinarla ad attività umane: agricoltura, allevamento, approvvigionamento pubblico, produzione industriale…

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