Policy positions
Policy position 1
Ci sono priorità da tenere in conto: sfamare una popolazione ancora in crescita, e garantire l’accesso del più grande numero possibile di persone al benessere e al miglioramento delle condizioni di vita. Solo quando questi obiettivi saranno raggiunti potremo dedicare risorse a diminuire l’impatto sull’ambiente.
Policy position 2
Lo sviluppo dovrà portare a diminuire gli impatti dell’agricoltura (in particolare gli allevamenti). Gli sforzi economici internazionali dovranno favorire la produzione agricola a basso impatto, con minore emissione di gas serra, anche se come conseguenza non si riuscirà sempre a produrre beni a basso prezzo per tutti. Anche le società più arretrate dovranno adottare modelli di sviluppo responsabile.
Policy position 3
I prodotti agricoli dovranno essere identificati con la propria impronta ecologica, che attesti anche il tasso di impatto sull'emissione di gas serra. I prodotti meno impattanti potranno beneficiare di sgravi fiscali, da finanziare con le maggiori tasse applicate su quelli ad alto impatto, come la carne. La produzione di biocarburanti dovrà avere una certificazione “etica”, che certifichi che la produzione non ha soppiantato foreste e non deriva da cereali adatti al consumo umano.
Policy position 4
Per evitare restrizioni sulle scelte del consumatore e sull’accesso al cibo per tutti, si deve puntare su un forte sviluppo tecnologico, favorendo la ricerca per migliorare le varietà coltivate e le loro rese. In un primo periodo le importazioni di cibo potrebbero aumentare nei paesi più arretrati, più soggetti all'aumento di fabbisogno alimentare. Con il tempo, questi paesi potranno migliorare le tecnologie agrarie, e quindi le proprie bilance commerciali.