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Grandi osservatori astronomici: impatto su territorio e società

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La ricerca in astrofisica ha fatto negli ultimi anni passi da gigante, ma ci sono ancora molte domande affascinanti che attendono risposta. Ad esempio: sono stati scoperti moltissimi pianeti extrasolari, ma tra questi ce ne sarà qualcuno abitabile o con un’atmosfera come quella terrestre?

Author / translator Alessandra Zanazzi

La ricerca in astrofisica ha fatto negli ultimi anni passi da gigante, ma ci sono ancora molte domande affascinanti che attendono risposta. Ad esempio: sono stati scoperti moltissimi pianeti extrasolari, ma tra questi ce ne sarà qualcuno abitabile o con un’atmosfera come quella terrestre? Come si è formata la vita? E ancora: la materia conosciuta forma solo il 5% dell’Universo, cosa sono la materia e l’energia oscura, il restante 95%? Per risolvere questi e (molti) altri problemi scientifici occorre indagare con strumenti sempre più all’avanguardia. I grandi osservatori hanno bisogno di molto spazio e terreni stabili. Quelli nell’ottico e infrarosso devono essere costruiti in posti in cui la turbolenza dell’atmosfera (che deteriora le immagini) e l’inquinamento luminoso non disturbano troppo: sono luoghi generalmente isolati e in alta quota, con poca umidità, come picchi in mezzo al mare o altipiani desertici e montani. I radiotelescopi invece hanno bisogno di zone poco inquinate dal punto di vista delle interferenze radio e microonde, come deserti liberi da emissioni per telecomunicazioni e da altri usi umani.
Non ci sono molti luoghi sulla Terra con le caratteristiche giuste e se, da un lato, l’avanzamento della conoscenza e della tecnologia porta molteplici vantaggi alla società, dall’altro lato i territori scelti per ospitare grandi infrastrutture per l’astrofisica, anche se non densamente popolati, sono spesso abitati (o abitualmente frequentati) da persone che devono modificare il loro consueto modo di vivere. Spesso le comunità locali vedono la costruzione come un’invasione di terre che possiedono o occupano da secoli, che possono anche avere un valore sacro, religioso o culturale; a volte gli ambientalisti lamentano un eccessivo uso di risorse del territorio, che viene comunque alterato dalle grandi costruzioni, e una modifica dell’habitat che può mettere in pericolo fauna e flora autoctona.
Questo gioco è stato sviluppato nell’ambito del gruppo di lavoro dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) per l’inclusione e in particolare da: Silvia Casu, Claudia Mignone, Sara Ricciardi, Rachele Toniolo, Stefania Varano e Alessandra Zanazzi.

Created 30 March 2021
Last edited 26 February 2023
Topics Science, Social inclusion, Technology

Policy positions

Policy position 1

Lo sviluppo scientifico-tecnologico è il motore della spirale virtuosa del progresso, non si può fermare. La ricerca astronomica richiede la costruzione di grandi infrastrutture osservative, che vanno realizzate ad ogni costo nei luoghi del pianeta scelti dagli esperti con accurate e specifiche ricerche. Le comunità locali devono capire che sono una piccola minoranza; se non sono d’accordo, bisogna convincerle che è per il bene di tutti.

Policy position 2

È fondamentale costruire infrastrutture scientifiche per affrontare gli interrogativi della ricerca astronomica moderna, ma bisogna anche prevedere risarcimenti e ricadute per rendere il progetto accettabile alle comunità che abitano i luoghi in cui questi grandi progetti vengono realizzati. È necessario garantire opportunità di lavoro, formazione e sviluppo alla popolazione locale, insieme al raggiungimento degli obiettivi scientifici.

Policy position 3

Il rispetto per le comunità locali e le culture tradizionali è fondamentale, e se una grande infrastruttura scientifica deve essere costruita in un territorio abitato o importante per una certa comunità, questa deve essere coinvolta nel progetto sin dalle sue fasi iniziali. Osservare il cosmo è una pratica che accomuna molti popoli e solo con il dialogo e la fiducia la conoscenza ottenuta sarà davvero patrimonio di tutti.

Policy position 4

Il progresso scientifico-tecnologico è benefico solo se si fonda sulla tutela e la salvaguardia dell’ambiente e delle comunità locali. La scienza in fondo deve essere al servizio della società e soprattutto delle minoranze che sono più deboli. Se una grande infrastruttura scientifica non è ben ricevuta dagli abitanti di un certo territorio, questa deve essere radicalmente ripensata e costruita altrove.

Story cards

Io sono il capo religioso della comunità indigena qui, dove vogliono costruire il grande telescopio. Ma questo posto è sacro per la nostra gente da centinaia di anni. È un luogo fondamentale per la nostra spiritualità. Gli astronomi dicono che è necessario costruire questo osservatorio per studiare l’universo. Ma anche noi abbiamo una connessione con l’universo, e questo è il luogo per i nostri rituali, che per giunta non danneggiano l’ambiente. Ci batteremo affinché l’osservatorio non venga costruito qui e perché la popolazione indigena venga finalmente ascoltata. Ci batteremo per non perdere la nostra identità.
(foto di FrankOWeaver licenza CC)

Nahuel Huilipàn
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Io sono un’astronoma e studio le prime galassie nella storia dell’universo. Mi sono formata sui metodi e i processi della scienza “occidentale” ma provengo anch’io da una comunità indigena, di cui condivido le tradizioni e i valori. Studiare il cosmo non è solo il mio lavoro, è una passione a cui dedico praticamente tutto il mio tempo, e so che questa infrastruttura sarebbe tanto utile per portare avanti molti progetti di ricerca, compresi alcuni dei miei. Ma costruirla qui distruggerebbe la comunità locale, una comunità che, come la mia, ha già sofferto tante avversità. Non posso essere d’accordo con questo progetto, non così. Dobbiamo trovare un modo diverso, sforzarci di capire cosa sia davvero utile a entrambe le comunità.

Ahmale Nkosi
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Sono uno scienziato statunitense e guido un gruppo di ricerca avanzata: vogliamo scoprire se ci sono pianeti rocciosi, con atmosfere simili alla nostra che potenzialmente potrebbero ospitare forme di vita. Sono convinto che si tratti di una ricerca di grandissimo interesse, non solo per la comunità scientifica, ma per l’umanità tutta. L’unico modo per far progredire la nostra ricerca è costruire strumenti come questo telescopio: sarà in grado di rispondere ai nostri quesiti scientifici e questo è il posto migliore sul pianeta Terra per ospitare questo strumento, l’unico. Non possiamo fermarci proprio adesso. Senza questo progetto per noi è la fine, non c’è altro modo di far progredire la nostra conoscenza.

Charles Brown
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Sono un’ingegnera delle telecomunicazioni presso l’università della capitale. Mi sono specializzata all’estero in ricevitori per radiotelescopi, ora sono rientrata dopo molti anni fuori dal mio paese e sto cercando di formare un piccolo gruppo di ricerca tecnologica qui, con studenti del posto che così non dovranno più emigrare. Con il nuovo telescopio il nostro lavoro potrebbe fare salti da gigante, sono da anni tra i proponenti del progetto. Ma lavoro anche perché ci siano delle vere ricadute sul territorio. Non è facile trovare il tempo tra ricerca e insegnamento, ma appena posso visito quella regione e parlo con i membri della comunità locale e poi cerco di trasmettere le loro istanze ai decisori scientifici e politici. Ognuno deve fare la sua parte.

Cindy Hoyles
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Sono un insegnante alle medie. Gli astronomi che lavoreranno nell’osservatorio hanno fatto un seminario a scuola sulla storia dell’universo e i nostri studenti si sono entusiasmati molto. A noi docenti hanno mostrato degli esperimenti da realizzare con i ragazzi: purtroppo non possiamo ripeterli al momento perché non abbiamo computer a sufficienza ma nei prossimi anni, con l’aiuto dei finanziamenti dell'osservatorio, potremo acquistare materiale informatico per la scuola. Molti ragazzi preferiscono interrompere gli studi e andare subito a lavorare. Noi combattiamo contro l’abbandono scolastico, ma se non ci sono grandi prospettive cosa possiamo fare? Speriamo davvero che la presenza di un impianto scientifico così importante possa ispirare qualcuno a proseguire!

Juri Careddu

Sono una rappresentante politica e sono molto preoccupata per l’economia locale, che si basa sui prodotti tradizionali e rurali; la vita qui è condizionata dal lavoro nelle fattorie, dal ciclo della natura, dal rapporto con l’ambiente e con il territorio, nel rispetto dei ritmi ancestrali. Senza poter accedere a questa terra, la nostra comunità non si riprenderà più e le famiglie saranno costrette a emigrare. Ho paura che ci portino via le nostre terre dandoci in cambio qualcosa che non fa altro che cancellare l’organizzazione tradizionale della nostra vita. Ad alcuni hanno offerto l’uso gratuito della rete wi-fi ultraveloce che installeranno per il telescopio. Ma noi abitiamo nel bel mezzo del deserto e una connessione internet è l’ultimo dei nostri bisogni, tanto non abbiamo i mezzi per sfruttarla! Io porto la voce della mia comunità, che è davvero contraria al progetto.

Aza Anenih
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Sono il proprietario di un’industria che si trova in un’altra regione, ma che verrà coinvolta nella produzione di componenti per questo grande osservatorio: costruire un’infrastruttura all’avanguardia come questa nel nostro Paese sarà il fiore all’occhiello della nazione. Ci saranno molte possibilità di crescita economica, grazie all’investimento di capitale straniero e sono certo che anche l’industria locale andrà incontro a un boom. Ho già ottenuto diversi finanziamenti e ho in programma di aprire una succursale della nostra azienda nella regione dove verrà realizzato questo progetto: farò qualsiasi cosa pur di usufruire di questa opportunità di progresso.

Rudolph Kalama
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So che vogliono far diventare tutta la zona una riserva radio e sono veramente preoccupata di dover vendere la nostra terra e la nostra fattoria. Dicono che è previsto un risarcimento, ma temo che non sarà sufficiente a garantire la nostra sopravvivenza. Dicono che ci saranno nuovi posti di lavoro, ma non sono sicura che saranno per la povera gente, per gli allevatori o per i pastori … che lavoro possiamo fare noi in un Osservatorio?

Tulay Guzman

Mio marito è preoccupato per la nostra fattoria. Una mia amica che abita vicino a un altro grosso radiotelescopio mi ha raccontato che non possono usare il telefono cellulare e nemmeno il wi-fi perché le emissioni disturberebbero le osservazioni scientifiche. Non arriva il segnale della TV satellitare, e non si possono usare nemmeno cancelli ad apertura automatica e forni a microonde: certo è un bel fastidio, ma secondo me non importa, perché in cambio l’Osservatorio oltre agli scienziati attira ogni anno moltissimi turisti, anche stranieri: questi vanno al ristorante, dormono in albergo e pagano un biglietto per visitare il telescopio, che così produce un sacco di soldi ed è diventato uno dei maggiori datori di lavoro per la gente del posto!
(foto di Steve Evans, Wikimedia Commons)

Adele Lanhupuy
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Sono un padre di famiglia e quello che conta di più per me e mia moglie è la salute dei nostri figli. Ho paura che questa diavoleria dei ricevitori faccia male alle persone e agli animali che abitano nei dintorni. Ci hanno detto che è sicuro, ma qualcuno dice che anche le onde radio dei cellulari e del wi-fi non fanno proprio bene… Non si sa più di chi ci si può fidare al giorno d’oggi, meglio continuare la solita vita che è sempre andata bene!

Fred Smith

Ho un ristorante vicino a dove saranno costruiti gli uffici per la gestione del telescopio. Certo è una grande opportunità. Costruiranno strade, arriverà un gran traffico di scienziati stranieri, con i soldi. Magari anche i turisti. Ma dobbiamo batterci perché insieme a loro non arrivino anche le grandi multinazionali della ristorazione. Ho lavorato in piccolo tutta la vita, non ho paura di restare in piccolo e nemmeno di crescere, ma qui c’è il rischio di scomparire.

Kylie Dingo
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Sono un sociologo dell'Università del capoluogo: da anni studio l’interazione tra culture in contesti di "colonizzazione" e disparità come questo. Qualcuno pensa che la sociologia si contrapponga alla scienza, ma anche noi siamo scienziati e la nostra conoscenza è importante per analizzare i diversi aspetti di questa questione in modo critico e trovare una soluzione. Infatti si stanno formando tavoli di confronto tra i diversi gruppi coinvolti e questo è un gran bene, sono sicuro che il progetto potrà essere gestito in modo sostenibile per tutti gli interessati e per le comunità locali.

Jonas Arendsson

Io faccio la guida turistica e sono molto felice per questo progetto. Qui prima non veniva mai nessuno, era un posto poco conosciuto, ma grazie alla pubblicità creata dal telescopio, finalmente arrivano i turisti e il mio o lavoro va alla grande! Anche all’Ufficio del Turismo inizialmente erano molto scettici, ma grazie alla collaborazione con lo staff del telescopio, abbiamo potuto creare molti eventi legati al cielo. Con grande gioia dei turisti e degli appassionati, che arrivano numerosi!

Alice Simons
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Sono un membro anziano della comunità indigena. Noi non vogliamo l’assimilazione forzata, abbiamo diritto alla nostra cultura e a mantenere le nostre tradizioni! L’astronomia è sempre stata parte della cultura dei popoli: anche qui, proprio in questo territorio, si osserva il cielo da centinaia, migliaia di anni. Noi vecchi della comunità raccontiamo le storie del cielo, e le nostre storie parlano nelle zone buie tra le stelle. Gli astronomi guardano soprattutto la parte luminosa, ma ho sentito che in realtà si interessano anche alle regioni scure che noi osserviamo da sempre. Perché non parlano con noi? Non c’è un solo modo di portare avanti il progresso scientifico. Bisogna che gli scienziati scendano dal loro piedistallo e ascoltino le emozioni della gente! È importante ascoltare le culture locali, se parlassimo insieme magari potremmo costruire una storia del cosmo che abbracci entrambe le nostre culture.

Sam Corowa
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Sono ricercatrice universitaria e da sempre mi occupo della salvaguardia della biodiversità. Ma davvero qualcuno pensa che una struttura gigantesca come questa possa non danneggiare l’ambiente? Che possa non influire sugli habitat di uccelli, insetti e di tutti gli animali che finora hanno sempre vissuto in pace sulla cima della montagna? Qui vivono specie endemiche che non hanno habitat alternativi in nessun'altra parte del mondo: sono artropodi, ragni, farfalle... animali piccoli, ma non per questo meno importanti!
Il progetto prevede costruzioni su ettari di terreno, tra telescopio, parcheggi, strade, edifici per gli uffici… come possiamo pensare che la natura non ne soffra?
Anche la geologia di questo posto speciale verrebbe modificata!

Hanni Berno
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Sono un funzionario della regione in cui sarà costruita questa infrastruttura e se da una parte sono d’accordo a costruirla qui, dall’altra so che avrà un impatto sulla nostra comunità e le ricadute positive non sono mica ovvie. Non sempre gli appalti di questi grandi progetti vengono assegnati ad aziende locali o la manodopera impegnata è locale. Ma io mi batterò per porre dei vincoli, affinché la gente del posto possa lavorare alla costruzione e anche nelle fasi successive, e se ci saranno imprese da fuori dovranno investire nella nostra regione, anche dopo che la costruzione è stata completata.

Dudley Smith

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Consumo di acqua e altre risorse

La costruzione delle grandi infrastrutture per l’astrofisica moderna comporta un carico aggiuntivo e a volte significativo sull’utilizzo delle risorse locali, come acqua o corrente elettrica, che possono diventare insufficienti per l’uso consueto sul territorio.

Impatto sul territorio e sugli ecosistemi

L’installazione di grandi infrastrutture modifica l’ecosistema ospitante attraverso l’occupazione degli spazi o cambiamenti come deforestazione, livellatura di rilievi montuosi, riduzione degli spazi naturali, ecc. Questo può comportare cambiamenti gravi o addirittura compromettere la sopravvivenza di alcune specie animali o vegetali.

Espropriazione di terreni

L’acquisizione di terreni per costruire una grande infrastruttura può richiedere la loro espropriazione o il cambio della loro destinazione d’uso. Questo può avere un impatto non trascurabile sulla vita degli abitanti locali. Questo processo deve essere gestito in modo molto attento e responsabile e deve coinvolgere le comunità locali per concertare al meglio tutte le decisioni sul tema e offrire una giusta ricompensa.

Ricadute dell’indotto

La costruzione di una grande infrastruttura genera un rilevante indotto economico. In mancanza di regolamentazione esplicita, non è detto che l’indotto vada a vantaggio di aziende o maestranze locali rispetto a gruppi esterni (nazionali o internazionali).

Impatto sul sistema educativo locale

L’arrivo di una grande infrastruttura di ricerca è spesso accompagnato da attività di divulgazione e didattica sul territorio, ma a volte il loro impatto è limitato e non raggiunge gli obiettivi preposti, ad esempio in assenza di dialogo con le comunità locali, se mancano personale esperto e risorse adeguate, oppure se non vengono prese in considerazione le necessità effettive del sistema educativo locale.

Impatto sul mercato del lavoro locale

Se nella regione che ospita la nuova infrastruttura non c’è disponibilità adeguata di personale qualificato per la gestione e la manutenzione dell’impianto, specie se mancano piani a lungo termine per la formazione scientifica e tecnologica, c’è il rischio che la popolazione locale non possa usufruire di molte tra le nuove opportunità di lavoro offerte dal progetto, che potrebbe richiedere l’impiego di esperti esterni.

Impatto sulla cultura locale

L’arrivo di una nuova infrastruttura scientifica può avere un impatto significativo e potenzialmente avverso sulla cultura locale che esiste da centinaia o migliaia di anni. Ad esempio, costruire un osservatorio su un territorio ritenuto sacro da parte della popolazione locale mina il rispetto di religioni e sistemi di conoscenza tradizionali che dovrebbero essere salvaguardati e protetti.

Strumentalizzazione delle popolazioni locali

C’è il rischio che, nel caso di controversie, i diversi gruppi di interesse possano strumentalizzare la comunità locale, scegliendo ad esempio di interloquire solo con una parte della popolazione (quella più accomodante o quella più contraria) presentando, anche sui mezzi di informazione, una versione parziale della storia invece di prendere in considerazione le istanze dell’intera comunità.

Alterazione dell’economia locale

Una delle preoccupazioni delle comunità che subiscono l’esproprio di parte delle loro terre per la costruzione di una struttura scientifica è che questo abbia come conseguenza la distruzione dell’economia locale, soprattutto se quest’ultima è sostanzialmente agricola.

La mediazione non è sempre facile

La costruzione di un’infrastruttura scientifica tocca molteplici istanze di diversi gruppi di interesse locali, nazionali e internazionali, influendo sui relativi equilibri. Questo richiede una mediazione tra le comunità locali e i governi nazionali, operazione che non sempre va a buon fine e può portare ad attriti tra le parti sul piano socio-politico-economico.

Divieto di utilizzo di dispositivi tecnologici

Un radiotelescopio è un telescopio costruito per rilevare le onde radio provenienti dall’universo. Il luogo in cui viene costruito deve quindi essere privo di interferenze radio artificiali. Dunque, se una determinata località viene scelta come sito di costruzione di un radiotelescopio, non sarà possibile – entro un certo raggio da esso – utilizzare dispositivi trasmittenti come cellulari o forni a microonde, né installare ripetitori.

Cieli bui

Garantire un basso livello di inquinamento luminoso intorno ai telescopi ottici significa limitare l'installazione di fonti luminose. Questo potrebbe comportare problemi per la sicurezza di case o fattorie isolate.

Equità di accesso alle risorse

I beni e i servizi prodotti dall’installazione della nuova infrastruttura devono essere resi accessibili e utili alla comunità che ha affrontato disagi o cambiamenti alla sua vita per la loro produzione. Bisogna garantire sempre equità di accesso.

Accesso al territorio

La creazione di aree ad uso esclusivo dell’infrastruttura astronomica può implicare l’interdizione della popolazione e l’impedimento all’uso da parte della comunità locale di quelle aree off-limits.

Impatto del turismo sul territorio

L’aumento della visibilità e dell'esposizione dell’area ai flussi turistici può creare problemi allo svolgimento sia delle attività ordinarie della comunità (agricoltura, allevamento, vita quotidiana), sia dell'attività scientifica dell’infrastruttura stessa. Inoltre, eventuali attività turistiche possono incidere sull’uso delle risorse locali, e non sempre l’indotto generato va a favore della popolazione locale.

I nuovi servizi possono danneggiare la comunità locale

Se l’infrastruttura scientifica si colloca all’interno di un territorio che non utilizza tecnologie moderne come la rete internet, la penetrazione di questi servizi potrebbe minare la coesione sociale della comunità locale.

La mobilità snatura le tradizioni economiche e culturali del territorio

La presenza di una grande struttura per la ricerca astrofisica attira persone dalle zone rurali e dalle cittadine limitrofe. Che ciò avvenga per motivi di studio o in seguito all’espropriazione delle terre, questo può portare a cambiamenti demografici e alla perdita dell’identità e della cultura della comunità.

Ospitare una struttura di ricerca senza trarne beneficio

Spesso gli astronomi e i tecnici non provengono se non in piccola parte dalla comunità locale e a volte neanche da quella nazionale: senza una strategia condivisa il territorio rischia di ospitare fisicamente l’osservatorio senza trarne alcun beneficio.

Una strategia per l’integrazione nel territorio

Spesso gli astronomi e i tecnici locali e nazionali non partecipano alle attività di diffusione scientifica dell’osservatorio. Questo comporta l'assenza di ricadute sul territorio locale e la difficoltà di creare ponti culturali ed educativi con enti, scuole e terzo settore della regione.

Senza grandi telescopi la ricerca non avanza

La ricerca astrofisica di punta ha bisogno di telescopi sempre più grandi, per catturare la luce da sorgenti deboli e distanti (come i pianeti intorno ad altre stelle o le prime galassie nella storia dell’universo) per cercare risposte a grandi domande come: ci sono altri pianeti abitabili? come è nata la vita? cosa sono materia e energia oscura? Senza nuovi strumenti non è possibile raccogliere i dati necessari al progresso della conoscenza.

Progresso nella società della conoscenza

I progetti di “big science” come le grandi infrastrutture astronomiche permettono lo sviluppo di collaborazioni internazionali tra diversi settori che promuovono scambio di saperi e nuovi approcci alla risoluzione di problemi. Senza questi progetti, si mette un freno alla spirale di sviluppo scientifico-tecnologico che ha ricadute utili per tutti.

Rischio di radicalizzazione

Un'eccessiva polarizzazione e l'inasprimento intorno a posizioni fortemente contrapposte ostacola il confronto costruttivo e rischia di portare a una rottura del processo di dialogo e al prevalere di posizioni non condivise.

I grandi telescopi devono essere costruiti in luoghi isolati

I telescopi ottici e infrarossi devono essere costruiti nei luoghi dove la turbolenza atmosferica, che peggiora la qualità delle immagini, è minima: luoghi in quota con poca umidità e basso inquinamento luminoso, come picchi in mezzo al mare o altipiani desertici. I radiotelescopi invece hanno bisogno di zone poco inquinate da interferenze radio e microonde: deserti senza emissioni per telecomunicazioni e per altri usi umani.

I grandi telescopi devono essere costruiti in spazi molto grandi

Per la costruzione di grandi sistemi di telescopi sono necessari spazi molto grandi con specifiche conformazioni del terreno (ad esempio altopiani molto estesi o deserti rocciosi). È difficile che luoghi così estesi siano interamente privi di installazioni di origine antropica e a volte devono essere espropriati a chi li occupa attualmente.

Le tecnologie sviluppate per i grandi telescopi hanno ricadute sull’industria

Gli strumenti di avanguardia per l’astrofisica necessitano di tecnologie spesso pionieristiche, che sono sviluppate espressamente per l’occasione. Le industrie coinvolte nella realizzazione di queste tecnologie acquisiscono competenze molto specifiche, che le specializzano nel settore interessato, ponendole in una posizione di leadership, anche per le future ricadute applicative.

Le tecnologie sviluppate per i grandi telescopi hanno ricadute sulla società - 1

Le tecnologie sviluppate per la costruzione di un nuovo telescopio hanno spesso ricadute e applicazioni in altri ambiti e contesti civili e quotidiani, generando a volte rivoluzioni nella società. Un esempio è la tecnica sviluppata per il trasferimento di dati in modalità wireless nel campo della radioastronomia, che ha aperto la strada all’utilizzo del Wi-Fi per lo scambio di informazioni tra le reti e i dispositivi portatili.

Le tecnologie sviluppate per i grandi telescopi hanno ricadute sulla società - 2

Le tecnologie sviluppate per la costruzione di un nuovo telescopio hanno spesso ricadute e applicazioni in altri ambiti e contesti civili e quotidiani, generando a volte rivoluzioni nella società. Un esempio sono i sistemi di stoccaggio e analisi dell’enorme mole di dati (big data) generati dalle grandi infrastrutture astronomiche, che necessitano di soluzioni innovative.

Le tecnologie sviluppate per i grandi telescopi hanno ricadute sulla società - 3

Le tecnologie sviluppate per la costruzione di un nuovo telescopio hanno spesso ricadute e applicazioni in altri ambiti e contesti civili e quotidiani, generando a volte rivoluzioni nella società. Un esempio sono le tecniche di misurazione della radiazione sviluppate per l’astrofisica che hanno trovato applicazione in diversi campi della diagnostica per immagini mediche, dalla risonanza magnetica alla tomografia assiale computerizzata (TAC).

L’installazione delle grandi infrastrutture modifica il territorio - 1

L’installazione delle grandi infrastrutture modifica il territorio sia dal punto di vista degli ecosistemi sia dal punto di vista degli insediamenti umani. La creazione di zone protette (riserve radio, protezione da inquinamento luminoso, accesso limitato) può proteggere l’ambiente da un’eccessiva urbanizzazione del territorio e da sfruttamento antropico di qualunque tipo.

L’installazione delle grandi infrastrutture modifica il territorio - 2

L’installazione delle grandi infrastrutture modifica il territorio sia dal punto di vista degli ecosistemi sia dal punto di vista degli insediamenti umani. Rende necessario modificare o eliminare insediamenti umani o infrastrutture antropiche in situ.

L’installazione delle grandi infrastrutture modifica il territorio - 3

L’installazione delle grandi infrastrutture modifica il territorio sia dal punto di vista degli ecosistemi sia dal punto di vista degli insediamenti umani. Un territorio vergine può essere antropizzato; questo può avere un impatto anche importante su specie animali e vegetali o interi bio-sistemi.

Le aree per la costruzione di grandi infrastrutture per l’astrofisica hanno vincoli sull'inquinamento elettromagnetico

La scelta del sito per la costruzione di un telescopio deve rispettare alcune condizioni specifiche relative alle interferenze elettromagnetiche. Per garantire la mitigazione delle interferenze vengono spesso firmati protocolli e accordi con le comunità locali per impedire l’installazione di impianti emittenti (per esempio fari e/o ripetitori per la telefonia) attorno al sito del telescopio.

Protezione da inquinamento luminoso

Le aree interessate alla costruzione di grandi infrastrutture astronomiche hanno vincoli sull’inquinamento luminoso. Il problema dell’inquinamento luminoso è molto sentito nelle aree urbanizzate, meno in quelle poco abitate, dove invece è spesso richiesto un certo grado di illuminazione per la sicurezza di zone isolate. L’inquinamento luminoso non ha solo rilevanza economica (consumo energetico) ma anche un forte impatto su flora e fauna.

Protezione da radio interferenze

Le aree interessate alla costruzione di grandi infrastrutture astronomiche hanno vincoli sull’inquinamento elettromagnetico. L’impossibilità di usare dispositivi elettronici o migliorare la rete di telefonia cellulare può essere una limitazione ad attività e sicurezza. Ma il basso livello di interferenze radio può essere positivo per chi associa problemi di salute all'esposizione alle onde radio trasmesse da telefoni, tv e apparecchi satellitari.

Ecoturismo e astroturismo

La riduzione dell’inquinamento luminoso e la creazione di aree protette può comportare ricadute in termini di opportunità per il turismo, ad esempio con la creazione di nuove rotte turistiche non convenzionali per il turismo astronomico e naturalistico.

Impatto su infrastrutture, logistica e trasporti

Spesso i telescopi vengono posizionati in zone remote e difficilmente raggiungibili, generalmente non urbanizzate. Questo processo con la relativa urbanizzazione della zona geografica porta con sé una serie di infrastrutture e modifiche della viabilità: nuove strade, ponti di raccordo e conseguenti ricadute sulla logistica e i trasporti.

Beni e servizi per la comunità

La costruzione di grandi infrastrutture per l’astrofisica in territori isolati richiede l’implementazione o la modifica di beni e servizi di prima necessità, come ad esempio le reti idriche o elettriche. Occorre anche sviluppare o costruire nuove infrastrutture per le telecomunicazioni, come la rete internet e il wi-fi.

Nuovi lavori - 1

La realizzazione di una grande infrastruttura scientifica comporta un indotto importante durante la fase di costruzione, sia in termini di contratti assegnati ad aziende, sia in termini di posti di lavoro e manodopera.

Nuovi lavori - 2

La realizzazione di una grande infrastruttura scientifica richiede personale per la gestione e manutenzione dell’impianto per molti anni. Si tratta di una varietà di ruoli, da posizioni tecniche che richiedono formazione specifica a lavori di tipo logistico, amministrativo, organizzativo e di base. In alcuni casi, questo può (almeno in parte) sopperire alla perdita di lavoro nei settori locali tradizionali causata dall’arrivo del nuovo strumento.

Nuovi lavori - 3

La nuova infrastruttura può creare opportunità di lavoro per docenti e ricercatori originari del Paese ospitante. Questi lavoratori, che generalmente devono emigrare, possono invece rimanere o rientrare nel proprio Paese con un lavoro all’avanguardia e contribuire alla formazione del capitale umano nazionale della prossima generazione.

Opportunità di formazione

I professionisti impiegati nell’infrastruttura sono potenziali formatori come docenti, tutor e consulenti per ispirare i giovani del luogo alle carriere scientifico-tecnologiche e supportare i docenti delle scuole locali con contenuti legati alla ricerca innovativa. Questo può comportare un aumento dell’interesse nella comunità locale per le professioni associate.

Mobilità e spostamenti

La creazione di nuove infrastrutture può comportare lo spostamento di parte della popolazione dalle zone rurali verso i centri urbani alla ricerca di opportunità di lavoro e di studio.

Nuovi centri di ricerca e università

La presenza di grandi strutture per la ricerca astrofisica può incentivare il Paese ospitante a creare nuove università con facoltà tecnico-scientifiche nelle città vicine.

Diritti dei popoli indigeni

Le comunità indigene hanno diritto, come tutti i popoli, all’autodeterminazione e a non essere sottoposte all’assimilazione forzata o alla distruzione della loro cultura. Non possono essere spostate con la forza dalle loro terre o territori senza il libero, previo e informato consenso e solo dopo un accordo su una giusta ed equa compensazione e, dove possibile, con l’opzione del ritorno (Dichiarazione ONU 2007) .

Dimensione di telescopi ottici e infrarossi all’avanguardia

L’astronomia in banda ottica e infrarossa oggi fa uso principalmente di telescopi riflettori, ovvero dotati di uno specchio che raccoglie la luce proveniente dal cosmo. Più è grande lo specchio, maggiore sarà la capacità di risolvere dettagli e di osservare sorgenti deboli e/o lontane. I più grandi telescopi hanno specchi dal diametro di 8-10 metri e per i telescopi della prossima generazione si parla di 30-40 metri.

Dimensione di radiotelescopi all’avanguardia

L’astronomia in banda radio osserva l’universo a lunghezze d’onda molto maggiori di quelle della luce visibile, e utilizza grandi radiotelescopi, formati da una o più antenne. Maggiore è l’area di raccolta, maggiore è la sensibilità dello strumento e la sua risoluzione. I più grandi radiotelescopi operativi e in costruzione comprendono anche sistemi di centinaia di ricevitori sparsi su diversi ettari di terreno.

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