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Trapianti

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Il trapianto è un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo o tessuto malato, quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo, proveniente da un altro individuo, che viene chiamato donatore.

Author / translator Simona Giugliano, Guglielmo Maglio, Roberta Pelliccia, Roberta Rocco,

Il trapianto è un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo o tessuto malato, quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo, proveniente da un altro individuo, che viene chiamato donatore.
Alla base del trapianto c’è la donazione, un atto volontario, consapevole, gratuito e anonimo.
Il trapianto è un settore in rapida evoluzione e come tale rappresenta una vera e propria frontiera della chirurgia moderna. Negli ultimi anni, i progressi della ricerca scientifica hanno reso possibili interventi ritenuti irrealizzabili solo pochi anni fa, ma hanno aperto anche spazi alle implicazioni etiche relative.
L’etica dei trapianti si trova al centro di un fascio di questioni di carattere antropologico, etico e giuridico, medico e politico. Nel trapianto si rispecchiano l’idea di persona, il rispetto dovuto ai defunti, le responsabilità delle famiglie, la volontarietà della donazione ed il consenso alla stessa, la definizione della morte, lo sviluppo delle tecniche chirurgiche, il ruolo dello stato nel disciplinare la sfera pubblica della promozione della salute e quella relativa alle scelte dei cittadini. Questi sono solo alcuni dei nodi che si presentano, in modo intrecciato, tutte le volte che si pensa al tema dei trapianti.
Gioco sviluppato da: Roberta Pelliccia, Simona Giugliano, Roberta Rocco e Guglielmo Maglio, con la supervisione del Centro Regionale Trapianti di Napoli

Created 29 April 2019
Last edited 24 September 2019
Topics Ethics, Health, Science

Policy positions

Policy position 1

L'espianto e il trapianto di organi sono consentiti solo se il donatore, prima del decesso, ha fornito il suo pieno consenso.

Policy position 2

L'espianto e il trapianto di organi sono consentiti solo se il donatore, prima del decesso, non si è espresso negativamente rispetto all'espianto e al trapianto dei suoi organi.

Policy position 3

L'espianto e il trapianto di organi sono consentiti se, pur mancando la volontà del donatore prima del decesso, i suoi parenti si esprimono favorelvomente.

Policy position 4

L'espianto e il trapianto di organi sono previsti sempre, indipendentemente dalla volontà in vita del donatore.

Story cards

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All’età di 43 anni mi fu comunicato che i miei reni avevano smesso di funzionare.
Ricordo, come se fosse ieri, la prima terapia dialitica in ospedale, alla quale dovetti sottopormi. Da quel giorno trascorsero più di 5 anni, prima di ricevere il trapianto di rene. La dialisi ha segnato profondamente la mia esistenza e ricordo perfettamente le sensazioni ed emozioni contrastanti che ho provato. Il 7 maggio del 2007 una telefonata ha cambiato la mia vita: “ c’è un rene compatibile disponibile per il trapianto”. Dal giorno della mia operazione tutto ha ripreso il senso che, negli anni di terapia, aveva perso. Un unico rimpianto mi accompagna da allora, il non aver potuto conoscere il nome di colui che mi ha salvato, colui che con un suo “dono” mi ha ridato la vita. Vorrei anche solo poter, per un attimo, abbracciare e ringraziare infinitamente i suoi familiari. Di lui so solo che è deceduto in un incidente in moto e che aveva 34 anni.

La storia di Mario
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Vivevamo a Yarmouk quando scoppiò la guerra in Siria. Prendere la decisione di scappar via non fu semplice, ma la nostra unica speranza era raggiungere nostro figlio maggiore in Svezia, dove viveva da qualche anno. Mia moglie Selma, i miei due figli, Aamir ed Ismael, ed io partimmo per la traversata del Mediterraneo.
Durante quel lunghissimo e dissacrante viaggio mia moglie perse la vita.
Approdammo a Siracusa che ancora la stringevo tra le braccia, per trasferirle quel poco calore che il mio corpo conservava, come se questo potesse salvarla. Fu tutto inutile.
Arrivammo in ospedale con un barlume di speranza, che si spense alle parole del medico, palestinese come noi. Egli ci disse, però, che gli organi di mia moglie, madre dei miei figli, potevano essere donati a coloro che ne necessitavano. Fu così che acconsentimmo.
Tre dei suoi organi vennero donati a tre italiani, da tempo in attesa di trapianto.

La storia di Hassan
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Avevo sentito parlare della piccola Samira nel reparto di chirurgia cardiaca in cui, a quel tempo, lavoravo.
A pochi mesi dalla sua nascita, sua madre si accorse che sua figlia, poco più che neonata, non stava bene.
Le venne diagnosticato un grave problema cardiaco.
Dopo sei mesi d'attesa, arrivò per lei un cuore e fui proprio io ad operarla. Il trapianto ebbe buon esito.
Sette anni dopo, però, qualcosa non andava, Samira aveva bisogno di un altro cuore.
Trascorsero altri sei mesi, fino a quando un cuore nuovo fu disponibile. Fui di nuovo io ad operarla, con successo, almeno credevo. Bastarono pochi battiti percepiti, per capire che qualcosa non aveva funzionato. Dovemmo da subito collegarla ad una macchina, per far si che il suo cuore non smettesse di battere e i suoi polmoni di apportargli ossigeno. Solo 48 ore più tardi un nuovo cuore fu disponibile per lei. Venni richiamato in reparto e messo di fronte alla scelta di eseguire un terzo trapianto, il secondo nel giro di poche ore.
Decisi di rischiare e feci bene…Samira oggi è viva ed è una ragazzina felice.

Il dott. Ryan Keep
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Quel maledetto giorno del 2016 è stato il peggiore di tutta la mia vita. Un incidente ha portato via Davide, mio figlio, poco più che diciottenne.
Non riesco a spiegare ciò che ho provato ma, quando i medici mi hanno dato il responso, il vuoto si è aperto sotto i miei piedi.
Donare i suoi organi mi è parso un atto di generosità. Lo scorso aprile ho scelto di lanciare un appello su di un social network, per ritrovare coloro che hanno ricevuto gli organi di mio figlio, per poterli abbracciare anche solo una volta. Da allora, ogni notifica, richiesta di amicizia o messaggio è un tuffo al cuore.
Ma nessuno ha risposto alla mia chiamata, bensì solo parole di sostegno e solidarietà.
Conosco esattamente l’età, il sesso e la provincia di appartenenza delle persone che mio figlio ha “salvato”, eppure continuo a rileggere il documento inviatomi dal Centro Regionale Trapianti, nella speranza di scorgere, oltre ai ringraziamenti e alle comunicazioni di rito, anche la più scarna tra le informazioni.
Vorrei riuscire ad incontrarne almeno una di quelle persone, rincontrare il mio amato Davide.

La storia di Anna
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Era da più di 6 mesi che pensavo di farlo.
Mio nonno ha vissuto benissimo e a lungo, utilizzando un rene soltanto. Credo di poterci riuscire anch'io, soprattutto se ciò può aiutare una persona in lista d’attesa per un trapianto.
Avevo pensato di rivolgermi ad un centro estero, dove la cultura per la donazione di organi da vivente è molto più diffusa che nel mio paese. Ho invece scoperto di potermi affidare al centro regionale trapianti della mia regione e lanciare la mia offerta.
D’altronde c’è bisogno di solidarietà a questo mondo.

La storia di Ilary
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Da anni vivo come missionaria.
La missione mi ha sempre affascinato e, fin da bambina, desideravo mettere in atto ciò che è proprio della parola di Cristo.
Dio ha fatto in modo che potessi diventare “strumento del bene”, quando ho deciso di donare da vivente uno dei miei due reni alla mia consorella, Dinah, colpita da una grave malattia.
Ho pensato che, così come Gesù sfamò le moltitudini con solo 5 pani e 2 pesci, questo sarebbe stato il mio miracolo.
Dopo aver accertato la compatibilità dei nostri organi si è proceduto all’operazione, nonostante sapessi che, in seguito al trapianto, non sarei più potuta partire in missione.
Quel poco che avevo tra le mani ha potuto trasformare la vita di qualcun altro. Questa è stata una delle missioni più emozionanti.

La storia di Suor Flora

INFO CARDSISSUE CARDS

Espianto o prelievo?

È corretto parlare di espianto di organi? O bisognerebbe parlare di prelievo?

Trapianto ed eutanasia

È giusto prelevare organi da una persona in coma vegetativo, che non ha più speranze di vita?

Liste d’attesa

Ad oggi vi sono lunghe attese per organi umani, le quali comportano un peggioramento delle condizioni di salute, una notevole angoscia e la perdita della vita.

Fermare il traffico d’organi

L’acquisto e la vendita di organi umani, specialmente di reni, prosegue nonostante il divieto espresso dalla legislazione di molti paesi.

Il rischio malattie

Persone affette da malattie infettive, quali epatite o AIDS, possono donare gli organi dopo la morte?

Accettare la nostra natura mortale

Stiamo cercando di imbrogliare la morte? C’è un punto in cui dovremmo accettare la nostra mortalità e smettere di rimpiazzare organi?

Quanto andare oltre?

Fino a quanto può essere giustificato il tentativo di effettuare a tutti i costi un trapianto?

L’utilizzo dei feti

È giusto l’utilizzo di tessuti provenienti da feti abortiti?

L’equazione costi-benefici

I benefici della pratica del trapianto dovrebbero essere confrontati con i costi del servizio sanitario. Dovrebbero anche essere confrontati con i benefici che si avrebbero dallo spendere la stessa cifra in programmi di salute pubblica.

Trapianto di cuore, trapianto di personalità

Studi scientifici hanno evidenziato che nelle persone che subiscono trapianti di cuore si registrano mutamenti psicologici: delirio, psicosi, ansietà, depressione, disadattamento sociale. Non perché il trapianto di cuore comporti questi problemi, ma è tutto da collegare all’idea comune che esso sia la sede dei sentimenti.

Trapianto di utero

E’ giusto sottoporsi ad un intervento così invasivo per il desiderio di un figlio proprio?

Proprietà

Una volta deceduti, il corpo ci appartiene ancora?

Sperimentazioni

La materia trapianti è in continua evoluzione. Presso la clinica neurochirurgica dell’AOU Careggi di Firenze, è in corso di sperimentazione un trial clinico, che prevede il trapianto intercerebrale di tessuto striato fetale nella malattia di Huntington. Il tessuto è ottenuto da feti di 9-12,4 settimane derivati da IVG.

Trapianto composito (mano, estremità, viso)

I trapianti compositi coinvolgono più tessuti. Normalmente sono compresi la pelle, i tessuti molli e a volte strutture muscolo-scheletriche. Sono interventi che non allungano la sopravvivenza, costosi e che richiedono molte risorse. È giusto investire economicamente in trapianti che non salvano vite?

Un dilemma etico

Un tema dibattuto è la legittimità dei trapianti da feti nati privi di cervello (anencefalia), ma con un cuore e un organismo sani e trapiantabili, destinati in ogni caso a morire. Si discute dell’opportunità di evitare un aborto e di far nascere tali feti, la cui condizione patologica è nota ancor prima della nascita, per poterne trapiantare gli organi.

Percentuali

La percentuale delle persone che si oppongono alla donazione, nel 2018, è stata del 29,9%, in leggero aumento rispetto al 2017 (28,7%) .

Impatto psicologico

Ma che impatto psicologico si crea nella famiglia del donatore? E quale nel ricevente? La perdita traumatica può dare origine a forme psicopatologiche, alimentate dal fatto che la sopravvivenza del proprio familiare viene individuata in un’altra persona. Il ricevente, invece, deve incorporare l’organo trapiantato sia a livello fisico che mentale.

Realtà europee 1

In Belgio è legale il prelievo degli organi dopo l’eutanasia, per sopperire alla mancanza di organi.

Realtà europee 2

In Spagna, Belgio, Francia e Austria esiste il cosiddetto sistema “opt-out”, una sorta di norma “silenzio-assenso”, secondo la quale il consenso alla donazione viene presunto, a meno di disposizioni contrarie. È giusto presumere il consenso? O è auspicabile l’adozione di un sistema “opt-in”, ovvero del consenso esplicito, che però porta inevitabilmente a un numero minore di organi?

Sorpassi

È giusto che una persona, da anni in lista d’attesa per un trapianto, si veda “sorpassare” da qualcuno perché più grave? Non abbiamo tutti diritto alla salute allo stesso modo?

Che cos’è il trapianto?

Il trapianto è un intervento chirurgico in cui si effettua il trasferimento di un organo o un tessuto da un individuo a un altro della stessa specie.

Il trapianto come cura

Il trapianto è la migliore cura per l’insufficienza terminale d’organo. In alcuni casi rappresenta un vero e proprio salvavita, ma determina anche una migliore sopravvivenza, qualità di vita, riabilitazione e ritorno all’attività lavorativa.

La carenza di organi

Ci sono 5 pazienti in attesa di un trapianto d’organo per ogni organo donato. Questo deficit è meglio noto come “carenza d’organi” e rappresenta un problema serio perché solitamente non esistono trattamenti alternativi.

Trapianti salvavita

Pazienti affetti da Fibrosi Cistica, una malattia ereditaria, difficilmente superano i 30 anni di età senza un trapianto di polmoni o di cuore e polmoni.

Donatori vivi

In Norvegia, l’alto tasso di trapianto di rene è dovuto all’alto numero di donatori di rene vivi.

Efficacia delle campagne pro donazione

Il 70% dei cittadini britannici sono favorevoli alla donazione dei loro organi dopo la morte. Ma solo un quarto porta con se la tessera di donatore. Le campagne di promozione non hanno fatto molta differenza.

Un modo per risolvere la carenza di donatori

Ridurre le opposizioni, specialmente al sud, dove le dichiarazioni negative raggiungono il 40% .

Trapianto di cuore

Il tasso di sopravvivenza è stimato essere circa il 70% a 5 anni dall’intervento, e il 50% circa a 10 anni.

La sostenibilità dei trapianti

Uno studio inglese ha confrontato i costi del trapianto di rene e della dialisi. A 20 anni dal trapianto, il costo sostenuto per l’intervento e per le terapie immunosoppressive viene ripagato tre volte rispetto al costo sostenuto per mantenere un paziente in dialisi per lo stesso periodo di tempo.

Problemi di rigetto

Una delle difficoltà dei trapianti è la compatibilità. Infatti, il rigetto risulta una delle complicazioni post-trapianto, indipendentemente dalla tipologia di organo.

Una terapia per tutta la vita

I pazienti che hanno ricevuto organi devono assumere per tutta la vita farmaci ad azione immunodepressiva.

La diffusione di malattie

Se l’organo trapiantato è infetto, può trasferire la malattia al ricevente .

Sopprimere il sistema immunitario

I pazienti che hanno subito un trapianto utilizzano farmaci che sopprimono il loro sistema immunitario. Ciò li rende vulnerabili agi effetti di retrovirus. Ogni infezione potrebbe, quindi, diffondersi tra la popolazione.

Vantaggi e svantaggi dell’immunodepressione

La pratica dell’immunodepressione risulta vantaggiosa nell’evitare l’eventuale rischio di rigetto, rendendo però al contempo il paziente estremamente vulnerabile ad attacchi esterni.

Ostacoli di tipo etico e religioso

Spesso, principi e valori di tipo etico-religioso risultano il principale motivo di rifiuto della pratica del trapianto.

Compatibiltà

Test di compatibilità vengono effettuati tra donatore e ricevente prima di effettuare il trapianto.

Alternative alla pratica del trapianto 1

La prevenzione. Ciò significa uno stile di vita più sano per ridurre le malattie. Tuttavia, la prevenzione non può evitare il verificarsi di molte condizioni che portano al bisogno di un trapianto.

Incrementare la donazione di organi

Questo potrebbe essere fatto con un sistema di silenzio-assenso: si darebbe per scontata la donazione di organi dopo la morte, a meno che non venisse espressamente negato il permesso.

Alternative alla pratica del trapianto 2

Organi artificiali, come cuori alimentati a batteria, benché anche questi presentino inconvenienti, tra i quali problemi di coagulazione e l’alto costo.

Alternative alla pratica del trapianto 3

Cellule staminali. Si tratta di cellule indifferenziate che possono produrre altri tipi di cellule. Possono essere utilizzate per generare tessuto cardiaco da integrare a organi difettosi.

Trapianti sperimentali

Al momento rientrano nei trapianti sperimentali tutti quegli interventi che coinvolgono arti, volto, utero ed alcune tipologie di cellule.

Limiti al prelievo di organi

La legge 91 del 1 Aprile 1999 vieta il prelievo delle gonadi (ovaie e testicoli) e del cervello, nonchè la manipolazione genetica degli embrioni anche ai fini del trapianto di organo.

Tutela della Privacy

La legge 91 del 1999 prevede l’anonimato sul donatore di organi e sul ricevente.

Trapianto in pazienti HIV positivi

Nel 2002 il CNT ha attivato una serie di protocolli e programmi pilota per regolamentare le procedure nel trapianto di organo solido in favore di soggetti sieropositivi.

Non a rischio zero

Il rischio zero non esiste in medicina. Nel trapianto di organo, è la valutazione dell’idoneità del donatore a rappresentare uno dei momenti più critici del processo, poiché in pochissime ore i medici devono accertare l’assenza di malattie trasmissibili al ricevente attraverso la storia anamnestica del donatore e una serie di indagini.

Opposizione

Nel 2017 la percentuale media di opposizioni alla donazione era al 28,7%.

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