La nascita di un bambino rappresenta un momento unico per poter effettuare test diagnostici per patologie congenite, prima ancora che se ne manifestino i sintomi. Varie sono le tipologie di screening neonatali: dagli screening su funzioni e apparati (es. audiologico, oftalmologico, cardiaco, displasia dell’anca – da effettuare a qualche mese dalla nascita, o sullo sviluppo di specifici organi, criptorchidismo) agli screening su goccia di sangue (ematico) con metodi biochimici, molecolari e genetici. Lo screening neonatale ematico è un programma complesso, integrato e multidisciplinare di prevenzione sanitaria secondaria. Lo scopo del programma è quello di individuare i neonati che presentano alterazioni biochimiche indicative di determinate malattie, procedere ad accertamento diagnostico e, in caso di diagnosi confermata, prendere in carico il paziente e la famiglia. È essenziale individuare la malattia precocemente, prima che si manifestino i sintomi clinici associati, dando ai professionisti la possibilità di avviare il miglior trattamento disponibile. Gli attori di questo programma sono molteplici: i punti nascita ove si effetua il prelievo, i laboratori che eseguono i test, i laboratori di diagnosi biochimica e molecolare che confermano o escludono la diagnosi, i centri clinici che prendono in carico il paziente, i vari organismi di coordinamento e di sorveglianza a livello regionale e nazionale. Questo screening neonatale offre infine la possibilità di effettuare con le famiglie dei neonati, consulenza genetica e diagnosi prenatale per scelte riproduttive consapevoli.
Esistono dei criteri universalmente riconosciuti perché una malattia possa essere inserita in un programma di screening neonatale ematico. I principali fanno riferimento sia a caratteristiche della malattia (gravità, frequenza, possibilità di trattamento) che a quelle del test/programma di screening (appropriatezza, costi, accettabilità da parte della popolazione). In particolare per quanto riguarda l’esistenza di un trattamento efficace, si tende a considerare il fatto che lo screening neonatale ed il successivo trattamento possano cambiare la storia naturale della malattia. Tuttavia in Europa non esiste ancora un’uniformità dei programmi di screening e un’accessibilità garantita per tutti i nascituri. I sistemi di sanità pubblica europea sono anche sotto giurisdizione locale o regionale oltre che nazionale. Questo spesso determina notevoli differenze fra i Paesi membri.
Tra le principali questioni aperte associabili al sistema screening ancora oggi oggetto di discussione, abbiamo: la gestione del dato del neonato (privacy), la non uniformità delle informazione date ai genitori prima della nascita, la conservazione del materiale biologico dopo il test di screening, la possibilità di inserimento nei pannelli di patologie ancora non curabili.