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MedClimateChange - CIRCE

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Per cambiamenti climatici intendiamo le variazioni del clima sulla Terra nel tempo. I cambiamenti climatici di solito si riferiscono a variazioni del tempo atmosferico medio e dello stato degli oceani su un periodo di alcune decine di anni. I cambiamenti climatici possono essere causati da fenomeni naturali della Terra (eruzioni vulcaniche, variazioni dell’orbita) e da forze esterne (livello di attività solare). Più recentemente i cambiamenti climatici sono legati anche alle attività umane (emissioni di anidride carbonica dovute all’uso di carburanti fossili come fonti energetiche).

Author / translator Ursula Lavrencic

Per cambiamenti climatici intendiamo le variazioni del clima sulla Terra nel tempo. I cambiamenti climatici di solito si riferiscono a variazioni del tempo atmosferico medio e dello stato degli oceani su un periodo di alcune decine di anni. I cambiamenti climatici possono essere causati da fenomeni naturali della Terra (eruzioni vulcaniche, variazioni dell’orbita) e da forze esterne (livello di attività solare). Più recentemente i cambiamenti climatici sono legati anche alle attività umane (emissioni di anidride carbonica dovute all’uso di carburanti fossili come fonti energetiche). Oggi, l’uso dell’espressione “cambiamenti climatici” si riferisce ai recenti cambiamenti del clima, il cui effetto saliente è l’aumento della temperatura superficiale media; il cosiddetto “riscaldamento globale”. Studi recenti mostrano che l’attuale aumento dei gas a effetto serra è la causa primaria del riscaldamento globale. Secondo le ricerche scientifiche, il riscaldamento prodotto dai gas serra che intrappolano il calore, gioca un ruolo primario nel regolare la temperatura della Terra. Dall’inizio della rivoluzione industriale, con l’aumentare dell’impiego dei combustibili fossili, la percentuale dei gas serra, e specialmente dell’anidride carbonica nell’atmosfera, ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 800.000 anni. Gli impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente del Mediterraneo sono stati studiati grazie a un progetto europeo chiamato CIRCE (www.circeproject.eu).

Created 23 May 2011
Last edited 7 August 2018
Topics Climate

Policy positions

Policy position 1

Adattarsi ai cambiamenti climatici, non cercare di prevenirli. Ci siamo già adattati ai cambiamenti climatici in passato e il riadattarsi potrebbe essere meno costoso delle misure preventive.

Policy position 2

Investire di più nelle scienze climatiche. I governi dovrebbero immediatamente supportare la ricerca avanzata sulle scienze dei cambiamenti climatici per migliorare la possibilità di prevederli.

Policy position 3

Offrire incentivi economici. I governi dovrebbero offrire aiuti finanziari e riduzioni fiscali per incrementare l’utilizzo di “tecnologie pulite”, migliorare l’efficienza energetica e ridurre la deforestazione.

Policy position 4

Negoziare accordi internazionali per la protezione del clima, dal 2015. Mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici richiederà un sostanziale cambiamento nel modo di utilizzare l’energia e le risorse naturali. Pertanto è essenziale una pronta e puntuale cooperazione internazionale!

Story cards

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Sono un pescatore algerino e ho una flotta di pescherecci. Da qualche anno le nostre reti sono sempre più vuote, il pesce è diminuito e quando andiamo a pesca sempre più spesso raccogliamo reti piene di meduse. Ho sentito in televisione che i cambiamenti climatici stanno provocando l’aumento della temperatura del mare e che questo altera gli equilibri tra le specie che lo popolano. L’aumento delle meduse potrebbe essere favorito dalla diminuzione dei pesci che le mangiavano. Forse è così, io so solo che il mare non ha più il colore e il sapore di un tempo. La vita in mare è dura e noi siamo costretti a spingerci sempre più a largo per pescare.

Ahmed Safir
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Sono un contadino italiano, vivo in Toscana e produco vino che esporto in tutto il mondo. Sono cresciuto tra viti, olivi e campi di grano. Per la mia vigna ho istallato un impianto di irrigazione automatico, ma mio fratello che ha sempre coltivato frumento ora è in difficoltà. Il grano dipende dalla pioggia e se non piove o piove troppo il raccolto salta. L’acqua per noi è il bene più prezioso, ma con i cambiamenti del clima dalle nostre parti potrà diventare sempre più scarsa. I governi dovrebbero intervenire con delle politiche mirate, se vogliamo salvare il nostro patrimonio di paesaggi e cultura.

Saverio Isolani
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Sono Presidente di una nota associazione ambientalista Greca. Vivo ad Atene e qui gli impatti dei cambiamenti climatici si percepiscono con le ondate di calore sempre più frequenti in estate o con delle improvvise piogge torrenziali. Credo però che uno dei peggiori effetti del riscaldamento globale sia la desertificazione di grandi aree del pianeta e la riduzione delle fonti di acqua potabile. Per questo motivo è
dovere morale per ciascun cittadino limitare gli sprechi idrici. Nella mia casa si risparmia acqua con piccoli
accorgimenti, come quello di istallare per lo scarico del wc un doppio dosatore; possiamo anche risparmiare
acqua lavandoci di meno; c’è gente che per il bagno ogni giorno spreca più di 150 l di acqua. Io mi lavo i denti nel lavandino mezzo pieno; con questa stessa quantità d’acqua un ragazzino palestinese si lava, si disseta e irriga i campi. Credo che con piccoli accorgimenti quotidiani ciascuno di noi possa contribuire alla riduzione del consumo idrico.

Sofia Xanthoudaki
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Sono un politico e vivo a Beirut, la più grande area metropolitana del Libano. La mia città ha circa 2 milioni di abitanti che rappresentano quasi la metà della popolazione del Paese. Uno dei problemi più gravi che abbiamo è la carenza di acqua. La popolazione è in aumento, in risposta al turismo e allo sviluppo industriale, ma l’acqua è disponibile in modo intermittente in molte aree. Durante i periodi di carenza idrica, l'acqua viene estratta da pozzi privati o acquistata da venditori non autorizzati aumentando il rischio di contaminazione microbica. Sarebbe necessario introdurre una rigorosa normativa ambientale, ma sono provvedimenti che richiedono scelte severe con ricadute positive nell’arco del lungo periodo. Il mio mandato scade tra un anno e non sono sicuro che il mio elettorato premierebbe delle scelte di cui non può vedere il risultato.

Mohamed El Fadel
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Sono uno scrittore e ho pubblicato da poco un libro dal titolo “Le bugie degli ambientalisti (i falsi allarmi dei
movimenti ecologisti)”. Deforestazione, buco nell’ozono, inquinamento atmosferico, effetto serra, crisi idrica, esaurimento delle risorse, esplosione demografica... gli SOS lanciati dalle organizzazioni ecologiste profetizzano la fine prossima del pianeta. Nel mio libro dimostro, attraverso una documentazione schiacciante, che il solo scopo di queste organizzazioni è raccogliere fondi per operazioni demagogiche, ideologiche e politiche che nulla hanno a che vedere con la salvaguardia della Terra.

John Fuel
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Sono un climatologo egiziano, vivo ad Alexandria e studio gli andamenti dei fenomeni climatici.
Nell'atmosfera la concentrazione di anidride carbonica dal 1860 è aumentata in media del 33%, e sta continuando a crescere al ritmo dell’1% per anno. Se le tendenze attuali non saranno modificate, tale concentrazione è destinata ad aumentare a tassi sempre più elevati. Ma anche modificando le attuali tendenze non si riuscirà a evitare che i cambiamenti climatici già innescati possano ulteriormente procedere e manifestarsi negli anni a venire. Tutti i paesi debbono adottare programmi, azioni e misure tali da minimizzare le conseguenze negative che si profilano. Alcuni, come la Gran Bretagna, l’Olanda, il Belgio e la Finlandia già lo stanno facendo. Il problema resterà per i paesi poveri, che già oggi sono tra i più colpiti dai cambiamenti climatici.

Hesham El Hattab
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Sono un’imprenditrice catalana e vivo sul Delta dell’Ebro, un’area magnifica dal punto di vista ambientale. Oggi la mia terra è in pericolo, le mareggiate sono sempre più frequenti e la spiaggia diminuisce ogni anno un po’. È il risultato dei cambianti del clima.
Così cinque anni fa ho scelto di investire sulla produzione di energia pulita. Almeno posso dare un contributo concreto cercando di fornire energia senza utilizzare i combustibili fossili. Oggi gestisco un impianto a panelli solari e sto pensando di ampliare la mia società per poter investire anche sull’eolico.

Consuelo Aranda
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Tutti sappiamo quanto sia difficile convincere i nostri figli a mangiare la frutta. Ho scoperto che mia figlia adora le pesche, ma in inverno devono essere importate dal Sud Africa. Sicuramente è un fatto positivo che mia figlia mangi le pesche in inverno, ma ho dei dubbi se penso ai danni all’ambiente creati dai gas serra che vengono rilasciati nell’atmosfera dal trasporto aereo di alimenti congelati. Anche perché spesso mi chiedo quale sarà il suo futuro, che Pianeta stiamo lasciando ai nostri figli?

Samira Pai

INFO CARDSISSUE CARDS

Non abbiamo il diritto

Non abbiamo il diritto di degradare il pianeta che le future generazioni si troveranno ad abitare. Non abbiamo neppure il diritto di provocare l’estinzione di altre specie.

Chi è più colpito?

Le regioni più benestanti del mondo potrebbero riuscire a mantenere il passo con i cambiamenti climatici, adattandosi ad essi. I paesi in via di sviluppo, invece, potrebbero non essere in grado di far fronte all’incremento di temperatura e alla siccità. Pensi che questo squilibrio stia già influenzando la politica dei cambiamenti climatici?

Imparare dai nostri sbagli

Molti Paesi in via di sviluppo hanno grandi giacimenti inutilizzati di carbone, il carburante fossile più inquinante. Dopo aver sfruttato pienamente le nostre risorse carbonifere, possiamo dire loro di non utilizzare le proprie?

La possibilità di una catastrofe

Anche se gli scienziati non possono prevedere esattamente l’evoluzione futura del sistema climatico, la minaccia del danno che si potrebbe verificare può costringerci ad intervenire? Oppure dovremmo aspettare e vedere cosa accadrà?

Il costo delle abitudini alimentari

Le emissioni di anidride carbonica generate per produrre un pasto a base di carne e verdure di importazione sono di 8 volte superiori a quelle determinate da un pasto vegetariano costituito da prodotti locali.
Come puoi cambiare le tue abitudini per ridurre le emissioni?

Cosa lasceremo ai nostri figli?

Proprio come il fumo di oggi può essere causa del cancro di domani, così quel che facciamo ora al pianeta avrà conseguenze sulle generazioni future. Abbiamo una responsabilità nei confronti delle generazioni future? Oppure dovremmo pensare che si prenderanno loro cura di loro stessi?

Spaventati fino all’apatia

“Preferisco non fare caso a quello che i media mostrano sui cambiamenti climatici. Le opinioni
contrastanti mi spaventano e mi sopraffanno, e credo che gli effetti dei cambiamenti climatici non saranno
avvertiti per decenni. Perciò non è un mio problema”. Pensi che questa sia un’opinione diffusa?

Stile di vita sostenibile

Ci sono molti semplici modi per adottare uno stile di vita sostenibile attraverso determinati sistemi di
costruzione e l’uso intelligente dell’energia. Come mai non sono più numerose le persone che provano a cambiare il proprio impatto sul pianeta?

Io sono un’isola

“Io sono un’isola. Il modo in cui vivo non determina effetti futuri sulle persone, gli animali, le piante o il pianeta. La Terra, le piante e gli animali sono nostri e possiamo utilizzarli come desideriamo.”
Pensi che questa sia un’opinione diffusa?

Pensa ai figli

È per i figli. Voglio che i figli dei miei nipoti si godano la bellezza del pianeta e si sentano al sicuro e
protetti nelle sue condizioni climatiche abituali, con terre coltivate e provviste d’acqua. Proprio come ho
fatto io.” I bisogni dei miei figli devono aver più importanza dei miei?

Forse stiamo meglio cosi

“Molti effetti del riscaldamento globale mi sembrano piuttosto positivi – notti più calde e temperatura estiva
più a lungo, più pioggia, una maggiore produttività agricola. È come se ci stessimo incamminando
verso un pianeta più benigno.”

Benefici nascosti?

Uno studio ha dimostrato che il riscaldamento globale procura un impatto economico vantaggioso con
l’incremento di PIL ed effetti positivi sull’agricoltura, le foreste e le attività ricreative.

Il potere della tecnologia

Il Primo Ministro inglese Tony Blair ha detto: “Se ottimizziamo le nuove tecnologie, cresce la possibilità di
ridurre le emissioni del 60% - e ad un costo ragionevole.”

Riduzioni delle tasse corporative?

Alcune grandi compagnie hanno trovato il modo di trarre profitto dal risparmio energetico. Per esempio la DuPont dal 1990 ha risparmiato 2 miliardi di dollari di consumi energetici. Dovremmo ridurre le tasse
alle compagnie che compiono questi sforzi e che si sono già avvalse di benefici finanziari?

Usa il mercato

Potremmo creare un mercato di emissioni per fissare un tetto limite per chi emette carbonio, come le
centrali elettriche. Ogni centrale avrebbe delle quote per emettere carbonio e potrebbe comprare o venderle a seconda della necessità, per garantire una certa flessibilità nel raggiungimento della riduzione di
carbonio.

Intrappolare il carbonio non è una panacea

La ricerca dovrebbe dare la priorità a studi sull’efficienza energetica e sulle risorse di energia alternativa invece di continuare a utilizzare energia ed emettere carbonio al ritmo attuale (e cercare soluzioni che permettono di intrappolare le emissioni prodotte).

Esigere veicoli più efficienti dal punto di vista energetico

I governi dei paesi europei dovrebbero imporre che i nuovi veicoli siano più efficienti (abbiano
minori consumi di carburante) perché i trasporti sono responsabili di quasi un terzo delle emissioni di anidride carbonica.

Abbiamo problemi più importanti

La povertà, il terrorismo, le malattie, e altri problemi sono più importanti dei cambiamenti climatici.

Affrontare la nostra dipendenza dal petrolio

Sebbene nei prossimi anni continueremo a usare carburanti fossili, non dovremmo aumentare le perforazioni ed il consumo di petrolio per soddisfare il nostro fabbisogno energetico. Quanto più combustibile bruciamo, tanto più contribuiamo ai cambiamenti climatici. Dobbiamo investire in tecnologie energetiche più pulite.

Cambiare vita

“L’ultima speranza è che una significativa soluzione alla crisi dei cambiamenti climatici possa
rappresentare l’inizio di una più ampia trasformazione delle nostre vite, sia dal punto di vista economico,
sia da quello sociale.”

Quando c’è la volontà...

Possiamo ancora fare qualcosa per assicurarci un mondo vivibile.“È cruciale essere consapevoli che possiamo soddisfare le nostre esigenze senza distruggere la sola dimora che abbiamo – la Terra; se
solo abbiamo la volontà di farlo.”

L’impatto dell’uomo

“Siamo una componente fondamentale del pianeta. Perfino l’acqua che beviamo ha compiuto il suo ciclo attraverso fiumi, mari, nuvole, pioggia, animali, piante e uomini. Quello che facciamo al pianeta lo
facciamo a noi stessi.”

Preoccuparsi dell’estinzione

Il fenomeno dell’estinzione è assoluto e definitivo; non vi si può rimediare e non è reversibile. Per questo
dovremmo preoccuparci dell’estinzione di tutti gli esseri viventi, compresi vermiciattoli e lumache?
Oppure è l’estinzione umana la nostra preoccupazione principale?

Viene prima il denaro o l’ambiente?

Vi è grande attenzione nel mondo sul denaro e la crescita economica. Pensi che i cambiamenti climatici
debbano determinare un impatto economico prima che si desti l’interesse politico?

Sempre più caldo in estate e un po’ meno freddo in inverno

Aumentano il numero di giorni molto caldi e le ondate di calore in estate su gran parte del Mediterraneo e delle regioni circostanti. Mentre sono in diminuzione le giornate molto fredde.

Innalzamento del livello dei mari

Dalle stime disponibili risulta che il livello del Mediterraneo si sia innalzato di circa 15 centimetri dall’inizio del XIX secolo. I dati degli ultimi 20 anni dimostrano un innalzamento delle temperatura e della salinità delle acque marine.

Le piogge aumenteranno di intesità

In accordo con le proiezioni climatiche l’intensità delle piogge tenderà ad aumentare in tutte le stagioni, in gran parte della regione mediterranea.In futuro si potrebbe verificare un’ulteriore diminuzione delle piogge estive.

Il Mediterraneo sempre più vulnerabile alla mancanza d’acqua

Il Mediterraneo accoglie il 7,3% della popolazione mondiale, ma dispone soltanto del 3% delle risorse idriche presenti sul pianeta. L’intera area è quindi vulnerabile alla scarsità e alla disponibilità irregolare di questa risorsa.

La sfida della crisi idrica

Secondo gli esperti il Mediterraneo potrebbe transitare verso un clima sempre più secco. Una corretta gestione delle risorse idriche sarà quindi una delle più grandi sfide da affrontare nel XXI secolo.

Gli ecosistemi ci offrono servizi preziosi

Con il Millennium Ecosystem Assessment del 2005 è entrata in uso l’espressione "servizi ecosistemici" per descrivere i benefici che otteniamo dagli ecosistemi naturali o artificiali, e che influenzano il benessere umano. Questi includono: il cibo, l’acqua, il legno e le fibre, la regolazione del clima, i benefici ricreativi, estetici, ecc. Questi servizi in genere non sono monetizzati, ma hanno un’enorme importanza per le nostre economie.

Serve un impegno politico immediato

Negli ultimi 50 anni le attività umane hanno radicalmente alterato gli ecosistemi provocandone spesso il degrado. Lo sviluppo sarà possibile solo se pensato in un’ottica di sostenibilità. Le soluzioni pratiche sono possibili, ma richiedono cambiamenti politici importanti. Questo é il messaggio del Millennium Ecosystem Assessment del 2005.

Le minacce per gli ecosistemi del Mediterraneo

Secondo i ricercatori del progetto CIRCE i servizi ecosistemici del Mediterraneo sono particolarmente sensibili ad alcune condizioni come: estati eccezionalmente calde e secche e inverni miti; tempeste di vento e piogge torrenziali; inaridimento dei suoli sino alla loro desertificazione.

Aumentano gli incendi

Gli incendi, sempre più frequenti, sottopongono a stress la vegetazione. In alcune aree che storicamente non erano soggette a incendi le piante non hanno adottato strategie per fronteggiare questo tipo di disturbo.

Cambiamenti climatici e PIL

I cambiamenti del clima incideranno sull’economia di tutti i paesi del Mediterraneo, ma non nella stessa misura sono, infatti, più a rischio le aree più povere.

Il turismo il settore più a rischio

Gli impatti economici più evidenti saranno a carico del turismo, soprattutto sulle coste a causa dell’innalzamento del livello dei mari.

Saranno più colpiti i paesi più a Sud

Gli indicatori di capacità economica e sociale per lo sviluppo di strategie di adattamento evidenziano una maggiore esposizione dei paesi della sponda più a sud sud del Mediterraneo. La capacità di adattamento è maggiore nei paesi del Nord che dispongono di più risorse e mezzi.

Le variazioni del clima non sono l’unica spianta al cambiamento

La riduzione delle disuguaglianze, il controllo dell’urbanizzazione, la gestione dell’ambiente sono spinte importanti per un cambiamento sul lungo periodo nel Mediterraneo.

Ondate di calore mortali e inverni miti

Nell’estate del 2003 il caldo eccezionale che ha investito gran parte dell’Europa ha causato il decesso di circa 70.000 persone. Per contro avere inverni più miti significa anche avere meno morti a causa del freddo.

L’aumento della temperatura favorisce malnutrizione e nuove malattie

I cambiamenti climatici hanno un impatto anche sulla salute. Nelle zone in cui le popolazioni sono dipendenti dal raccolto e dal bestiame, con la crisi di questi settori, aumenterà la malnutrizione. Mentre l’aumento delle temperatura sta favorendo la diffusione di vettori di malattie infettive.

Nuove opportunità per il mercato energetico

Investire sulle energie rinnovabili come il solare o l’eolico può essere una soluzione vincente per la regione mediterranea. Per l’Europa sarebbe vantaggioso l'allargamento del mercato delle rinnovabili e delle energie pulite nel Nord Africa.

Cambiano i flussi turistici

I risultati del progetto CIRCE hanno evidenziato che l’effetto di avere temperature più miti nei paesi del Nord Europa potrebbe scoraggiare i flussi turistici internazionali da Nord a Sud, al tempo stesso, rafforzare i flussi all'interno dei paesi nordici. Con un impatto negativo sull’economia turistica del Mediterraneo.

Che relazione c’è tra combustibili fossili e anidride carbonica?

La quantità di anidride carbonica nell’atmosfera è direttamente influenzata dall’attività umana.
Usando combustibili fossili (carbone, petrolio, benzina e gasolio) aumentiamo il livello di anidride
carbonica nell’aria. Circa l’87% dell’energia mondiale proviene dai combustibili fossili.

La deforestazione influenza i livelli di anidride carbonica?

La deforestazione libera il carbonio immagazzinato negli alberi e inoltre fa sì che meno carbonio venga
rimosso dall’atmosfera. In tutto il mondo, ogni giorno perdiamo in media un’area di foresta equivalente a più di 45.000 campi di calcio!

Registrando temperature record

In 146 anni di misure della temperatura globale della Terra (terra, aria e mare), risulta che 20
delle 21 temperature più alte sono state registrate negli ultimi 25 anni. L’anno più caldo è stato il 2005. Secondo le proiezioni climatiche la temperatura globale della Terra potrebbe aumentare nei prossimi 100 anni di un valore compreso tra 1,4 e 5,8 °C.

Il costo in carbonio di un viaggio aereo

Un volo da Roma a Barcellona produce circa 108 Kg di anidride carbonica per passeggero.

Le scelte sullo stile di vita possono contribuire in positivo

Come individui, possiamo scegliere di ridurre il nostro contributo di carbonio. Con un termostato è
possibile ridurre l’energia usata per il riscaldamento e il condizionamento, e abbassare così la quantità di
anidride carbonica prodotta.

Il 50% dell’elettricità in Europa proviene da gas e carbone

Le centrali che usano il gas e il carbone per produrre elettricità sono la fonte maggiore di anidride carbonica, circa 1/3 delle emissioni totali europee.

Cosa sono le “emissioni zero” (carbon neutral)?

Il calcolo delle proprie “carbon footprints” (impronte di carbonio) viene utilizzato aumentare la
consapevolezza sulle attività che contribuiscono ad aumentare la quantità di anidride carbonica
nell’atmosfera. Dopo aver ridotto le proprie carbon footprints, si può produrre o acquistare un bonus di
carbonio (carbon offset) piantando alberi, pagando per avere energia eolica o da altre fonti alternative.

5,5 trilioni di euro

È il costo dei cambiamento climatici (in termini di catastrofi naturali e perdita di vite umane) secondo il rapporto di Stern del 2006.

La destabilizzazione del clima come risultato del riscaldamento globale

“Il riscaldamento globale è un fattore destabilizzante che renderà probabile un improvviso cambiamento del clima” ( Woods Hole Oceanographic Institute).
Il sistema di circolazione oceanica che porta il calore in tutto il pianeta potrebbe interrompersi, in modo da rendere alcune regioni più fredde e altre più calde.

I Poli sempre “più caldi”

Il ghiaccio ai poli,così come le superfici innevate in genere, è bianco e riflette la luce solare (il cosiddetto effetto albedo). Il suo scioglimento favorisce l’assorbimento di ulteriore calore da parte della Terra.

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